sabato 21 settembre 2024

Specioso

Specioso [spe-ció-so] agg., letter. 1. ant. Molto bello e appariscente. 2. Che è buono, vero e giusto solo in apparenza, riferito soprattutto ad argomenti che mirano a convincere.

Etimologia: dal latino speciosus, "appariscente, vistoso, bello" da species "aspetto, apparenza, bellezza", a sua volta derivato da specio, "guardo".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Marcos Alberto García Urrea da Pexels


La prima volta che lo vidi, pensai che il suo aspetto era specioso. Non si era annunciato con grandi clamori, tuttavia la sua tunica candida in netto contrasto con il verde lussureggiante dell'isola che avevo creato con la mia voce, e lo zaffiro, pietra da maghi, che brillava come una stella incastonata alla sua cintura lo fecero risaltare ai miei occhi, e mi parve che fosse bellissimo. Allo stesso tempo, la sua mera esistenza era pericolosa: io non avevo mai pronunciato il suo nome, non lo avevo creato, al contrario di tutto ciò che esisteva nel mio mondo; ma se non veniva da me, da dove veniva?
Non esisteva niente al di fuori del mio mondo, questo credevo.
Nel susseguirsi dei nostri incontri giunsi a comprendere che le sue parole erano speciose. Infidi ragionamenti spacciati per saggezza, ma pronunciati al solo scopo di provocarmi, di indurmi a ribattere con le parole che mi ero sempre negata, poiché sapevo che nel mio mondo tutto ciò che io dicevo diveniva realtà. Era così che lui aveva portato nel mio mondo distruzione, caos e morte.
Mi aveva costretto ad annientare il sogno prima di lasciarlo, e l'avevo odiato per questo.
Ora so che lo ha fatto al solo scopo di aiutarmi. E so anche che di quel mondo, lui era l'unica cosa reale.
Non si spiega altrimenti come io possa averlo sognato, come io possa aver saputo della sua condizione, quel sonno senza risveglio, se non che sia stato lui stesso a rivelarmela. Dormivo già quando mi hanno portato qui, nella sua stessa stanza.
Shinji, anche se questo non è il suo vero nome, ed è l'unica bugia che mi abbia detto. Lo Shinji che è sdraiato di fronte a me in un letto d'ospedale è meno giovane di come l'ho visto nel sogno, e più magro, ma è lui, non ho dubbi. Non posso ricambiare il dono che mi ha fatto, né capire adesso in quale modo ci sia riuscito.
In questo mondo in cui non ho voce, il mio rammarico è che non posso nemmeno dirgli grazie.