sabato 11 novembre 2017

Madrigale

La parola di oggi mi è stata suggerita da Marina (Grazie Marina! Ottima scelta!) sul gruppo "Non solo scrittura - Le storie della Piuma Tramante" (https://www.facebook.com/groups/525191217825250/). Vuoi suggerire la parola per il prossimo sabato, condividere consigli su libri, film, musica e artisti che ti piacciono, partecipare a giornate a tema e provare a immedesimarti in un personaggio? Iscriviti al gruppo!

Madrigale [ma-dri-gà-le] s.m. 1. mus. Composizione polifonica, talvolta con accompagnamento strumentale, sviluppatasi tra il secolo XIV e il XVII. 2. Componimento poetico, generalmente breve, di tema amoroso e bucolico, tipico dei secoli XIV-XVII.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Non è facile trovare un'ambientazione in cui la parola madrigale non suoni usata a sproposito, o fuori contesto. Fortunatamente il romanzo che sto scrivendo per il NaNoWriMo mescola tecnologia e famiglie nobili tradizionaliste perciò... ho colto l'occasione per approfondire il passato di uno dei protagonisti.


Mio fratello mi aveva convinto a comporre madrigali sulle musiche che il nostro mentore insisteva a farci studiare. La delegazione da Aldaque'en sarebbe arrivata a breve, e si diceva che le figlie dell'ambasciatrice fossero bellissime.
Naturalmente, Josiac non poteva toccarle.
Si sarebbe accontentato delle dame da compagnia, con le quali aveva intenzione di riciclare le poesie sconce che gli avevo passato per la cameriera bionda della Locanda De' Viaggiatori Stanchi.
Ma, più che convinto, sarebbe meglio dire che mi aveva ricattato.
– Andiamo, Jasmen. E dammi una mano, no? Io ci sono sempre per le tue scorribande notturne. – Guardandosi le unghie, mio fratello sussurrò la sua minaccia. – E a proposito di quelle scorribande... lo sai che nostro padre sarebbe molto felice di conoscere il delinquente che scrive quei manifesti, vero? Lo fanno tanto arrabbiare...
– Non oseresti...
Josiac rise. – Dammi un modo migliore per impiegare la bocca, e me ne starò zitto. O forse non tanto zitto, ma tutto quello che ne uscirà sarà...
Lo spinsi indietro prima che potesse esibirsi nella sua migliore imitazione di una serie di gemiti di piacere e oscenità varie.
– Va bene, va bene, mi metto subito a scrivere, sei contento?
Josiac fu contento, e lo fu anche nostro padre quando vide il volto dell'ambasciatrice illuminarsi al suono dei liuti e delle più belle voci che il denaro aveva potuto portare a palazzo. Un'ambasciatrice felice era un'ambasciatrice più propensa a concludere affari. Penso di poter dire che lei, il marito e le figlie, non tanto belle quanto le descrivevano, gradirono molto i testi amorosi, più lieti e ritmati. Io invece ero orgoglioso delle poche composizioni drammatiche che ero riuscito a infilarci dentro senza destare i sospetti di mio padre.
Lo sentii nominare me e Josiac come autori dei madrigali. Non provai a correggerlo, a dire che Josiac aveva soltanto avuto l'idea. Mi bastava sapere che, per una volta, era fiero di noi.
Questo, naturalmente, prima della rissa.

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