sabato 5 settembre 2020

Sciamannato

Sciamannato [scia-man-nà-to] agg., s. 1. agg. Disordinato, trasandato. 2. s.m. (f. -ta) Persona disordinata nell'abbigliamento e nel modo di comportarsi.

Etimologia: di origine incerta, secondo alcuni deriverebbe da sciamanno, cencio o velo di colore giallo che gli ebrei furono costretti a portare sul cappello o sul capo a partire dalla metà del sedicesimo secolo fino all'Ottocento. secondo altri proviene da una forma del latino parlato exadmanuare che significa "disfare la manna", dove la manna non è il frutto biblico bensì il covone.

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Non è esatto dire che l'ammiravo. La conoscevo da pochi giorni, eppure avrei tanto voluto essere come lei. Lei che non aveva limiti, e nessuna stupida regola.
Per cominciare, si vestiva sempre come le piaceva, senza curarsi dei giudizi degli altri. Giacche da maschio, più larghe di una taglia, e jeans strappati, e quei berretti orribili che mi calcava sulla testa e tirava giù fino al naso per evitare che barassi quando giocavamo a mosca cieca e mi sfidava a prenderla. Si vestiva come voleva e se per strada una vecchietta si azzardava a guardarla male e a darle della sciamannata, lei si limitava a sorridere e a mostrarle il dito medio. Io non sarei mai riuscito a essere così sfrontato.
Non aveva paura di sporcarsi, lei, né di farsi qualche graffio mentre ci arrampicavamo sugli alberi o esploravamo una casa abbandonata. Era così diversa dalle mie compagne di classe, che inorridivano e si disperavano anche soltanto per un'unghia spezzata.
E a proposito di scuola, non ci andava neanche, a scuola, lei. Aveva tutto il tempo che voleva, non aveva un coprifuoco, nessuno che la chiamasse al cellulare per sapere dov'era, con chi era, quando sarebbe tornata. Era libera, senza padroni, e si comportava come se tutto il mondo fosse suo. Io avevo una fifa blu di essere beccato a fare graffiti sul muro assieme a lei, ma lei no, era sempre tranquilla come se non stesse facendo mai niente di male. Anche quella volta, quella di cui non posso parlare, lei non aveva avuto paura.
Rideva tanto forte da attirare gli sguardi e non si vergognava a dire alla gente quello che pensava davvero. Lo gridava, a volte, a tutti, anche a me. Io credevo che avessimo litigato ma non era così, era solo il suo modo di fare, e la volta dopo amici come prima, e così mi ero illuso che non avrei mai perso la mia amica sciamannata.
Naturalmente, se avessi saputo che cosa si nascondeva dietro la sua libertà, forse non l'avrei invidiata così tanto.

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