sabato 31 ottobre 2020

Torvo

Torvo [tór-vo] agg. Che esprime astio, rancore; bieco.

Etimologia
: dal latino torvus, "minaccioso, feroce", forse connesso con torquēre, "torcere".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero


La donna mi guardava dall'alto con espressione torva, occhi selvaggi e un coltello in mano. Sembrava pronta a saltare giù dalla trave da un momento all'altro, nonostante le mormorassi di stare buona e di non fare nulla di cui si sarebbe potuta pentire.
Non avevo posti in cui nascondermi e la porta era stata sprangata dietro di me.
Io non ci volevo nemmeno entrare in quella casa.
Ma facciamo un passo indietro.
Era la mattina del 31 ottobre quando i miei amici mi proposero "un'esperienza che non avrei mai potuto dimenticare". Ormai cacce al tesoro, case stregate, escape room non erano più una novità per me, perciò all'inizio fui un po' scettico.
– Sarà la solita baggianata di Halloween – dissi loro. – Qualche ragnatela finta, qualche manichino, e se va bene due o tre persone in maschera pronte a spuntare da dietro l'angolo. E hanno il coraggio di chiamarla casa degli orrori?
La mia occhiata torva avrebbe dovuto farli desistere, ma loro mi ripeterono con insistenza che questo era diverso da qualunque altra cosa avessi provato prima. Mi passarono un volantino che prometteva "una notte da brividi", "un'esperienza mostruosa", e terminava chiedendo "Riuscirai a sopravvivere fino all'alba?" Per farli contenti, tra le varie opzioni scelsi "La fuga dell'uomo-zucca" e promisi che mi sarei presentato puntuale all'appuntamento.
Al mio arrivo, mi ritrovai in quella che sembrava una banalissima festa in maschera, annaffiata da alcol in quantità spropositate come da tradizione. Bevvi, come tutti. Solo quando la gente cominciò ad addormentarsi capii che qualcosa non andava.
I miei amici avevano ragione: questa era un'esperienza diversa da qualunque altra avessi sperimentato prima. Perché quando mi svegliai, capii che il mostro qui ero io.
Sissignore, non so dire come, ma ero diventato io l'uomo-zucca, e mio era l'onere di fuggire da una pazza intagliatrice di zucche intenzionata a rifarmi il sorriso.

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