sabato 21 gennaio 2017

Nictofobia

Esiste un numero altissimo di parole specifiche per definire ciascuna fobia, così tante che mi stupisce di non averne scelta una prima. Ho cominciato da una delle più semplici e comuni, soprattutto nei bambini.

Nictofobia [ni-cto-fo-bì-a] s.f. 1. med. Paura ossessiva dell'oscurità notturna.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Una curiosità: mentre cercavo questo termine, mi sono imbattuta nella parola "nictalopia", che a seconda delle fonti può significare l'aumento della capacità visiva al diminuire della luminosità, la difficoltà a vedere in condizioni di scarsa luce, o entrambi. E assieme a nictofobia mi ha influenzato nella stesura del brano.


Nyxi trema come una foglia, rannicchiata nell'angolo tra i cuscini. Stringe gli occhi quando scendo le scale con la lanterna accesa: la poso sull'ultimo gradino e la copro con un telo per attenuarne la luce.
– Ailey? – mugola la mia sorellina, tendendomi una mano pallida. Sorellastra per la verità, ma ormai non ci faccio più caso.
Sospiro. – Non dovresti avere paura del buio, Nyxi – replico e mi affretto a raggiungerla, mi inginocchio, la stringo. Non le dico che è del giorno che dovrebbe avere paura, e della gente che cammina nella luce. Mamma sostiene che ha la nictofobia e che le passerà crescendo, ma intanto devo essere paziente con lei.
– Voglio la mia mamma – protesta Nyxi.
Le sistemo i capelli scompigliati. Sono sempre in disordine, i miei e i suoi. Non ci sono specchi in casa nostra.
– La mamma è uscita. Tornerà presto.
– Ma ci sono i notturni là fuori! – Nyxi mi afferra il polso, lo stringe con una forza impensabile per la sua età. Io serro i denti, resisto, e la accarezzo con dolcezza finché non allenta la presa.
– Sono lontani, Nyxi. Giù al cimitero. Non porteranno via la mamma – la rassicuro. – E non porteranno via nemmeno te.
– Me lo prometti?
– Te lo prometto.
Nyxi mi lascia il polso, e alla fioca luce della lanterna lontana scopro sulla mia pelle il segno che hanno lasciato le sue dita bianche e fredde, dalle unghie nere. Alzo lo sguardo al suo viso emaciato, dagli occhi vitrei, guance scavate, e un sorriso a denti aguzzi.
Se non la conoscessi, potrei averne paura.
E invece abbraccio senza timore la mia sorellina.
Una notturna a metà, con la nictofobia. Che io proteggerei con la vita.

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