giovedì 8 febbraio 2018

Il passato perduto

(racconto ispirato dall'esercizio Vorrei... ma non posso

Esito dei dadi:

Obiettivo:
6 Risolvere un mistero

Ostacolo
2 Un consiglio che rimette tutto in discussione)

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Raggi di luna scivolavano lungo i gradini che conducevano alla sala sotterranea e rischiaravano a malapena uno spicchio del pavimento di pietra. Potevo solo supporre che altri occhi, occhi che probabilmente venivano considerati "normali", avrebbero avuto bisogno di una torcia. Non i miei.
Accovacciato nella penombra della sala, sfiorai i frammenti bianchi e ricurvi che parevano cocci di un vaso, o pezzi del guscio di un uovo. Li rigirai e li osservai a lungo, quasi avessi potuto trovare scritto, su di loro, la storia di una vita che non conoscevo più.
Sentii Liri avvicinarsi alle mie spalle. Non la sentii con le orecchie: i suoi passi erano anche più silenziosi dei miei. Avvertii il suo calore in un modo che era difficile da ignorare.
– Non è qui che troverai quello che cerchi – disse Liri.
– Ma è da qui che ho cominciato ad accumulare i miei ricordi. – Restando accovacciato, mi girai e la guardai dal basso. Piedi nudi, una tunica bianca che le arrivava fino alle caviglie e celava le curve del suo corpo, un volto dall'età indefinibile e i lineamenti delicati, ma senza dubbio giovane e privo di rughe, occhi cangianti dalla pupilla verticale che tradivano una saggezza antica e una fascia rossa sulla fronte che spiccava sotto lunghi capelli verdi. Mi ero visto riflesso nell'acqua e sapevo di somigliarle molto. Come se fossi la sua versione maschile, o lei la mia versione femminile. Come se fossimo gemelli.
– Ah – mormorò Liri. –  E pensi, da qui, di poter risalire indietro nel tempo per riavere la tua memoria perduta, così come si risale la corrente di un fiume.
– Hai altre idee?
– Una, sì. – Liri s'incamminò lungo una parete della sala, strusciando una mano sul muro come se ne avesse avuto bisogno per orientarsi nel buio. Mi girai a seguirla con gli occhi.
– Lascia perdere.
Sgranai gli occhi alle parole di Liri.
– Smetti di cercare – proseguì lei. – Accetta chi sei ora.
Guardai in basso. Afferrai uno dei frammenti e lo stritolai tra le dita, spezzandolo. – Non posso. Non lo so chi sono ora.
– Non sai quello che potresti trovare. E una volta trovato, non potrai più tornare indietro. – Liri sospirò e si addossò alla parete con la schiena. – Non hai pensato che forse c'è un motivo se il fuoco di drago ha bruciato la tua memoria quando è entrato in te? E se fosse stato questo ciò che tu cercavi? Un'occasione per ricominciare da capo. Esattamente come me.
Liri mi tese le braccia. Conoscevo già la sua carne perfetta e inumana. – Il fuoco di drago non ha cancellato la mia memoria, ma ha cancellato i miei lividi e una promessa che mi avrebbe incatenato fino alla morte. Ero stata destinata dalla mia famiglia e dagli dei a un uomo che non amavo. Un uomo crudele. – Liri erse la testa e venne avanti. – Non avevo altro modo di sciogliere quella promessa, se non cercandone una che fosse più forte. Offrendo me stessa al fuoco di drago, sperando di essere giudicata pura abbastanza da ricevere l'onore di divenire pari agli dei. E una dea, nessun mortale la può toccare.
Lasciai cadere a terra le briciole del frammento spezzato e mi alzai. – Non so chi sono, ma dubito fortemente che le mie motivazioni per venire qui siano state simili alle tue.
Liri mi sorrise. – E infatti, hai ottenuto qualcosa di diverso.
– Credi davvero che possa essere stato io a chiedere di dimenticare tutta la mia vita? – le domandai. Liri annuì. – Se così fosse, perché non ho lasciato un messaggio a me stesso, che so, una pergamena di spiegazioni, o la richiesta di non cercare di ricordare il mio passato?
 – Forse lo hai fatto. – Liri avanzò di un altro passo e alzò la testa per guardarmi negli occhi. Così vicina, che sentivo forte sulla pelle il calore del suo fuoco, come se mi fossi trovato dinanzi a una fiamma. – Ma ora, sai quanto me che le pergamene e gli abiti comuni non resistono al calore del fuoco di drago come i nostri nuovi corpi, o i tessuti nuovi che indossiamo.
Distolsi gli occhi da lei. – Sarà.
Non avevo più argomenti, ma non volevo dirglielo. Feci un passo indietro, mi voltai e m'incamminai verso le scale. – Si tratta della mia vita. Non puoi chiedermi di rinunciare.
Alle mie spalle sentii la voce la voce di Liri che mi supplicava: – Prometti almeno che rifletterai su quanto ti ho detto.
Non lo promisi. Non ce n'era alcun bisogno: ci stavo già pensando.

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