sabato 17 novembre 2018

Adombrarsi

Ricomincio alla grande da un verbo. Di riflessivi mi pare di non averne ancora scelti, vero? Allora, eccolo qua!

Adombrarsi [a-dom-bràr-si] v.rifl. [sogg-v] 1. Detto di animali, spaventarsi vedendo un'ombra. 2. fig. Rabbuiarsi nello spirito, indispettirsi.
 
Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Come unire i due significati della parola? Per prima cosa, c'è bisogno di un animale. Poi, di qualcuno che guarda quell'animale. E infine, di qualcosa che indispettisce quel qualcuno... ho unito questi elementi, e ne è venuto fuori un racconto sull'antenata di un paio di personaggi che hanno già popolato le pagine della Piuma.


Suré è immobile, sdraiata sulla pancia a braccia conserte per sostenere il mento, e fissa il topo con l'aria di una gattina famelica. Lo ha trovato appena fuori dal fienile. Mentre riempio le mangiatoie nel recinto dei maiali, ogni tanto la guardo.

So qual è la tentazione che sta respingendo. Gliel'ho visto fare molte volte, quando eravamo nell'altro mondo. Ma qui... qui non può permettersi di seguire il suo istinto.
È stato già difficile trovare qualcuno che ci accogliesse, nonostante le squame sul suo corpo e il suo viso. Una malattia della pelle. O almeno, questo è ciò che ho detto alla gente di qui.
Nessuno deve sapere che mia figlia è la figlia di un drago. Siamo venute qui per essere al sicuro, lontano da lui. Ma non siamo al sicuro da altri tipi di pericolo.
– Suré, no – la rimprovero, notando che ha sciolto le braccia e alzato una manina sopra al topo. Una fiamma le guizza all'angolo della bocca mentre si gira e mi guarda. Sollevo un po' la gonna e la raggiungo. Appena la mia ombra supera la sua testa, il topo che annusava il sacco di granaglie si adombra e fugge.
Suré si puntella sulle mani per rimettersi in piedi e inseguirlo, ma io la trattengo per un braccio. Lei mette il broncio e abbassa la testa.
– Ti ricordi quello che ho detto sul mangiare topi e sputare fuoco? – sussurro nell'accosciarmi al suo fianco.
Suré annuisce. – Che non si fa – mugugna contrariata.
– Perché...?
– Perché se mi vedono farlo, gli uomini cattivi mi portano via, mi fanno del male e poi mi bruciano. – Suré alza la testa. – Ma tanto, il fuoco non mi fa niente.
Sospiro e le accarezzo le squame sulla guancia. – Lo so. Ma brucerebbe me. E loro troverebbero altri modi per farti del male. Forse ti butterebbero in acqua.
Suré sgrana gli occhi. L'acqua non le è mai piaciuta.
– Va' dentro, ora – le dico quando il padrone della fattoria si avvicina.
– Non mi piace questo mondo, mamma – Suré si adombra e sbotta: – Voglio tornare a casa!
Non glielo dico, ma lo vorrei tanto anch'io, se solo fosse possibile.

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