lunedì 10 luglio 2017

I gusti del vivere

(racconto ispirato dall'esercizio Assaporare un concetto. Ho scelto di associare gusti ed emozioni)

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
 
 
Dolce e zuccherina è la gioia, con un lieve sentore di vaniglia. La tristezza invece sa di sale, di lacrime e di mare invernale. La paura è acida, al culmine ha il sapore acre della bile ma quando passa lascia in bocca il gusto asprigno del limone, che a dosi moderate può piacere. La rabbia è calda e piccante, con un sapore persistente di peperoncino che più tento di placare e più pizzica la lingua: forse è proprio per questo che quando lo sento non riesco a tenere la bocca chiusa e mi sfuggono parole pesanti.
La sorpresa è indefinibile e mutevole, o meglio ha tanti gusti quanti sono i motivi che la provocano, dal dolce all’amaro, dall’insipido al saporito. La mia preferita è quella che sa di menta, fresca e spontanea. È un peccato che il gusto della sorpresa svanisca tanto in fretta.
Il più duraturo e piacevole di tutti è però il sapore dell’amore. Come il cioccolato, dopo il primo morso non posso più farne a meno. È dolcissimo e morbido, al latte, non appena mi scopro innamorata. Col tempo assume più corpo e sostanza e coi primi baci diviene croccante, alle nocciole. Fondente è l’amore sicuro di sé stesso. Ogni giorno ha un aroma diverso: all’arancia, gianduia, al caffè… c’è un’ombra di peperoncino quando si affaccia la gelosia e nella furia delle litigate.
E se finisce l’amore, il gusto resta. È il fondente più nero del ricordo, che fodera la lingua e il palato col suo aroma dolceamaro che non posso e non vorrò mai lavar via.

Nessun commento:

Posta un commento