sabato 25 luglio 2020

Colluvie


Colluvie [col-lù-vie] s.f.inv. Versamento di liquidi putridi. fig. spreg. Gran quantità di cose o persone spregevoli o volgari che si riuniscono insieme.

Etimologia:  il termine proviene dal latino collùvies, "acque reflue, guazzabuglio", derivato di collùere, "sciacquare", il quale è composto da cum, "con, insieme", e lùere, "lavare".

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Avevo avuto giornate no, pessime giornate, giornate schifose; ma mai nessuna era stata peggiore di quella. Penso di aver toccato il fondo, quella volta, tra i vicoli di Vasàrz.
Uno di quegli energumeni mi teneva per il braccio destro, e l'altro mi stritolava il sinistro, e il terzo, davanti a me, faceva scrocchiare le nocche prima di darmi un pugno.
Il dolore fu familiare, e caldo, e mi lasciò con la vista offuscata e il respiro spezzato; non era la mia prima volta, e sapevo che non sarebbe stata l'ultima. L'uomo mi afferrò per i capelli per sollevarmi la testa e io lo guardai dritto in faccia.
– Oh, ma che bravi – gli sputai addosso quelle parole tra i denti digrignati. – In tre contro una donna. Schifosa colluvie di vigliacchi, io vi di...
Non finii la frase. Un altro pugno mi tolse le parole di bocca, e per qualche istante non vidi più nulla.
– Zitta, ladra – mi ingiunse l'uomo che avevo di fronte. Come se ce ne fosse stato bisogno.
Pregai di non svenire nel mio debole corpo diurno, e cercai nella mia mente annebbiata un modo per prendere tempo, ma il dolore era una foschia rossa che danzava tra la nuca e la fronte. La vista tornò con qualche battito di ciglia, ma la lucidità no.
Se fossi stata lucida, avrei capito che era meglio togliermi di dosso quello sguardo sfrontato e il ghigno che rivelava ciò che pensavo, "io vi uccido".
I tre mi gettarono tra le colluvie fetide che sgorgavano dagli scoli del vicolo e mi presero un po' a calci e poi fui fortunata, penso, che qualcuno che aveva una qualche autorità su di loro passasse di lì e li chiamasse con una certa urgenza.
Non oso immaginare quello che mi avrebbero fatto, altrimenti.
Ma immaginavo benissimo quello che gli avrei fatto io di lì a poche ore. Era quasi il tramonto, e con il crepuscolo avrei riavuto il mio corpo notturno: un corpo più forte e resistente e abituato a maneggiare una spada.
Il corpo di una guerriera.
A quel punto, mi bastava solo trovarli, e avrei messo in atto i propositi del mio ghigno.

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