sabato 4 luglio 2020

Marezzato


Marezzato [ma-rez-zà-to] agg. Che presenta striature; in particolare, detto del pelame di animale che presenta chiazze di diverso colore.

Etimologia: participio passato del verbo marezzare, dal sostantivo marezzo che deriva dal latino  mărĕ, maris, ovvero "mare", per la lavorazione simile a onde su stoffe e dipinti.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by Andrea Piacquadio from Pexels


Negli anni precedenti, prima di scoprire il suo segreto, gli avevo confidato che amavo cavalcare. Gli avevo raccontato di una giumenta marezzata, con una striscia più chiara sul muso e macchioline brune sui fianchi, che avevo montato da bambina. Jake aveva risposto che anche a lui, a suo modo, piaceva la sensazione del vento sul viso quando andava al galoppo, e il cuore che batteva forte in petto, pompando il sangue come se dovesse spingere le zampe del cavallo sotto di lui, e la solidità della terra che gli sembrava di sentir rimbombare dagli zoccoli fin dentro le orecchie. O almeno, così avevo inteso io i suoi discorsi, e mi ero rallegrata che avessimo quell'esperienza in comune, nonostante la distanza che ci separava per tutto il resto dell'anno.
Il giorno in cui cambiò tutto, la verità di Jake mi costrinse a mettere in discussione quelle che avevo creduto delle metafore. Lui non era mai montato a cavallo, non nel modo in cui lo intendevo io. Lui era tutto quanto, cavallo e cavaliere, poiché poteva essere un centauro, tra le altre cose, se lo voleva. Si era ricordato quello che gli avevo detto e, senza che glielo chiedessi, si presentò una mattina in quella forma al nostro solito posto, nel folto di un boschetto in riva al lago. Fu incredibile vedermelo venire incontro così elegante e alto, le zampe sottili e il manto della sua metà equina dello stesso bruno dei suoi capelli, marezzato solo dalle ombre delle foglie che si agitavano nella brezza. Non riuscii a non guardarlo a bocca aperta mentre mi tendeva la mano da lassù con una risata.
– È un piacere riuscire a sorprenderti ancora – mormorò, con un sorriso sornione che gli danzava sulle labbra, nel battere uno zoccolo a terra. – C'è qualche variante umana del futuro che ancora non ti ho mostrato, dopotutto. Pronta per una passeggiata?
Annuii, e lui mi tirò su senza sforzo. Mi aggrappai alla sua vita. Non ci fu alcun galoppo, con mio rammarico, tra gli alberi del bosco. Ma il mio cuore corse veloce ugualmente.

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