lunedì 5 agosto 2019

Personaggio: Talon

Come primo giullare, ho scelto un personaggio che mescolasse alle caratteristiche di un goffo e simpatico combinaguai tutti i problemi derivanti dall'essere stato catapultato in un mondo diverso da quello a cui è abituato.

Immagine creata con Mega Anime Avatar Creator di Rinmaru Games


Talon è nato per caso sulle pagine di questo blog, in risposta a un esercizio che mi ha portato a scrivere il primo dei brani qui sotto. Non pensavo avrei mai proseguito la sua storia, ma la sua involontaria comicità era uno spunto troppo bello per non essere sfruttato ancora. come annunciato all'inizio del post, Talon rappresenta il giullare in quanto unisce alla goffaggine di Pippo l'ignoranza di Mork sulle usanze umane e un pizzico della codardia che appare talvolta in questo tipo di personaggio, giustificata dal fatto che le sue esperienze precedenti con gli esseri umani sono state tutt'altro che idilliache.
Talon appartiene al popolo dei "gremlin della Terra del Vapore", e più che ai mostriciattoli del film, per il nome e l'aspetto mi sono basata sulle leggende antecedenti e su una puntata di Ai confini della realtà. Quanto alla Terra del Vapore, tutto ciò che posso dire è che si tratta di una dimensione parallela dalle atmosfere steampunk, in cui umani e gremlin convivono in maniera non pacifica, separati tra le altre cose da una differenza linguistica: i gremlin si esprimono in una lingua non troppo diversa dall'italiano, mentre gli umani della Terra del Vapore parlano un inglese arcaico. Il nome che usa Talon, infatti, è quello con cui lo chiamano gli esseri umani, dato che la sua gente ottiene un nome solo quando compie un'impresa o realizza un'invenzione degna di essere ricordata e tramandata, e Talon è ancora troppo giovane per entrambe le cose.
Per completare il quadro ed esaltare la sua vena comica, come spesso accade, ho messo Talon accanto a un personaggio che fosse il suo opposto: un personaggio tragico, umano, tormentato dal rimorso, ed è così che ho ideato la storia di Rachele.


Questi i brani già scritti in cui compare Talon:
Primo incontro tra Rachele e Talon (doppia versione)
Un'invenzione non richiesta
Ritorno alla Terra del Vapore


L'esercizio richiede di scrivere un brano in cui il giullare stempera una situazione drammatica, oppure si mette al centro di una scena comica. I tre brani già inseriti nel blog già si qualificano come tali, chi più, chi meno; ma dovendo immaginare un nuovo racconto, ne ho ideato uno che si colloca da qualche parte tra il secondo e il terzo, quando Rachele e Talon ancora non si conoscono bene.


– Siamo spacciati – mormorai, guardando in su. Sia la randa che il genoa erano lacerati da strappi verticali, e quel che restava delle due vele sbatacchiava rumorosamente nel vento. Sentivo le lacrime pungermi gli occhi al pensiero di quella ferita inflitta a Sabrina, la barca che portava il nome della mia gemella mai nata. Non mi ero presa cura di lei come avrei dovuto.
Al mio fianco, il colpevole di quello scempio si strinse nelle ali. – Guarda il lato positivo – replicò, e la sua voce dall'accento strano, un misto di tante inflessioni regionali diverse, suonava fin troppo allegra per i miei gusti. Tese le mani dagli artigli neri verso i brandelli delle vele. – Possiamo sempre usare tutto quel tessuto per...
– No! – sbottai, e gli diedi uno spintone che lo fece caracollare fino alle draglie che delimitavano il ponte. – Niente più invenzioni! Smettila! Falla finita!
Ero così fuori di me, che quando Talon mi sibilò contro in reazione allo spintone, sollevai il braccio come per colpirlo. Mi bloccai quando lo vidi ripararsi il volto con le braccia, curvo e tremante. "Umana cattiva", mi aveva chiamato più volte durante i primi giorni, e ancora ricordava la botta che gli avevo dato su una delle ali con il mezzomarinaio. Era rimasto con me sulla barca per parecchio tempo prima di riuscire a volare di nuovo, e intanto aveva smontato tutto ciò su cui era riuscito a mettere gli artigli, con la scusa di migliorare gli strumenti che avevo a bordo. Compreso, come avevo scoperto il giorno precedente, il motore che in un caso del genere avrei usato per raggiungere il porto più vicino per riparare o sostituire le vele.
Mi rannicchiai e mi strinsi nelle braccia con un singhiozzo spezzato. Era andato tutto storto da quando quella creatura, un gremlin della Terra del Vapore come si era definito lui, era precipitato addosso a me e a Sabrina. Non era in questo modo che avevo immaginato la nostra traversata in solitaria. Talon era di troppo. Doveva andarsene, e lasciarci in pace.
Alzai gli occhi quando udii il raschiare delle sue zampe da dinosauro sul ponte. Me lo vidi di fronte, accucciato vicinissimo a me, che mi fissava con la testa inclinata.
– Che vuoi?  – brontolai in tono scorbutico.
– Niente! – ribatté Talon, agitando le mani. – Mi chiedevo... mi chiedevo solo se sei rotta, e se per caso ti devo aggiustare.
Aggrottai la fronte. – In che senso? – gli domandai. E intanto, riflettevo se questa bizzarra creatura non avesse intuito il mio tormento, il pensiero fisso che mi rodeva dentro, e che mi aveva spinto a isolarmi dal mondo. La mia gemella, Sabrina, che avevo assorbito ancora in grembo. Forse, da qualche parte, anche dopo tutte le operazioni che avevano asportato i tessuti che non mi appartenevano, qualche cellula di lei esisteva ancora in me, e questo un gremlin poteva percepirlo.
– Dico solo che tra gli umani che ho incontrato, tu sei la meno cattiva – ribatté invece Talon. – Perciò devi avere qualcosa di rotto. Ma se essere rotta ti ha fatto diventare buona, allora quasi quasi preferisco non aggiustarti!

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