sabato 20 aprile 2019

Blandire

Trovo molto interessante questo verbo, che unisce il senso di lenire a un altro significato legato al potere delle parole.

Blandire [blan-dì-re] v.tr. (blandisco, blandisci ecc.) [sogg-v-arg] 1. Lusingare, adulare qualcuno o qualcosa, con modi e parole carezzevoli. 2. Rendere meno acuta una sensazione dolorosa, lenire, mitigare.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Per rappresentare entrambi i significati della parola, sapevo di avere bisogno di una situazione più calma, di dialogo, e poi di una... un po' più agitata, se non addirittura violenta. E avevo questa immagine in mente, di una donna che placa un uomo. La guaritrice in catene e il suo... "paziente" sarebbero stati una scelta fin troppo ovvia. Sono contenta di aver optato, alla fine, per Julian e la sua compagnia di Erranti.


Ero abituata a tenere a bada il suo carattere irruento. Usavo la voce come un canto, come avrebbe fatto una sirena. Lente e pacate e ragionevoli, le mie parole scioglievano la rabbia che lo prendeva soprattutto di notte, nelle ore più buie, quando i demoni uscivano dalle loro tane.
Non mi aveva mai raccontato quanti anni fosse stato loro prigioniero, e io rispettavo il suo silenzio. D'altra parte, mi ripetevo guardando il mio pugnale fatto di carne e ossa, avevo conosciuto anch'io il dolore.
Ma blandire l'uomo era un conto. Blandire la bestia era tutt'altra storia.
Fu al secondo mese da quando lo avevamo liberato che notammo che le sue sparizioni coincidevano con la luna piena. Sua madre era una zingara, e secondo Lonas non era raro che gli uomini lupo si aggregassero alle carovane. Rendeva meno facile individuarli se si spostavano di continuo.
Così, alla terza luna piena, presi con me Jossintaur e Nyx per seguire le sue tracce. Mi ero aspettata di trovare un lupo, magari un grosso lupo; ma quello che raggiungemmo era qualcosa di diverso.
Era una creatura mostruosa, bipede, dalle fattezze solo vagamente simili a quelle di un lupo. Un muso allungato e ferino, zanne, artigli, e pelo.
– Joss! Nyx! State indietro! – raccomandai agli altri. Avanzai e lo chiamai per nome. Non ero sicura che mi capisse, tantomeno che mi riconoscesse.
Quando la bestia caricò ero troppo vicina per schivarla. Mi gettò a terra e mi piantò gli artigli nella spalla. Inarcai la testa all'indietro e strinsi i denti per il dolore che mi strappò un grido spezzato. Ma intanto, con la mano destra già sfoderavo Ossasangue. La bestia era distratta ad annusarmi. Gli conficcai il pugnale nel fianco.
Subito una sferzata di energia blandì il mio dolore. Tenni stretta l'elsa del pugnale e all'inizio fu difficile perché la bestia si agitava, mi sollevava e mi sbatteva a terra. Ma mentre la creatura si indeboliva, io diventavo più forte, e ben presto fui in grado di tenerla giù mentre Jossintaur e Nyx la legavano.

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