giovedì 23 maggio 2019

Gerundio: usare con cautela

Quando si parla di tempi verbali e del loro uso errato, il protagonista indiscusso è sempre il congiuntivo. Corretto o sbagliato che sia, quel ragazzaccio è sulla bocca di tutti. Quanto a me, non spenderò una parola di più sull'argomento. Non oggi.

Oggi voglio dedicare un pensiero a un suo fratellino meno noto, e probabilmente meno pronunciato a sproposito: il gerundio. In particolare, il gerundio presente... ce l'hai presente, vero?
Se non ti viene in mente, ti rinfresco io la parola: andando, pensando, scrivendo, scegliendo, vivendo, dicendo e compagnia bella. Ottimo tempo verbale, per carità; utilissimo, purché non venga sparso come il prezzemolo ovunque nello stesso testo. Prendi un paragrafo come questo:

– Basta, questo romanzo mi ha stufato! – disse Rosa, chiudendo il libro che aveva sulle ginocchia, girandosi verso Viola e pensando che c'erano troppi gerundi. Tentennando, Rosa aprì la bocca e chiudendola, non riuscendo a esprimere ad alta voce ciò su cui stava riflettendo mentre Viola la stava guardando fisso, avanzando verso di lei, non capendo perché mai stesse esitando.


È solo un piccolo esempio che ho inventato su due piedi, ma ti assicuro che non è molto diverso da ciò che ho letto sul serio, di recente, in un romanzo italiano. Non so che impressione faccia a te; a me, pare di ascoltare una melodia suonata quasi interamente con un'unica nota. Fastidio, e noia, si alternano a ogni gerundio presente che si presenta all'appello. La nostra lingua è così varia ed espressiva, che usare sempre la medesima struttura frase dopo frase mi sembra un delitto, oltre che un segno di pigrizia. Il gerundio presente è facile. Non occorre pensare a come organizzare la frase, a quali congiunzioni e a quale tempo verbale usare. Basta infilare un bel "-ando" o "-endo" e il gioco è fatto.

Ma nell'abbondare col gerundio presente c'è qualcosa di più che non la mera pigrizia nel ricercare forme un po' più elaborate. Il gerundio presente esprime la contemporaneità di due azioni, e se usato a sproposito, per eventi che invece avvengono in successione, appare fuori luogo quanto un condizionale al posto del congiuntivo. Frasi come "chiamò l'ascensore, entrando quando le porte si aprirono e salendo al terzo piano" per me suonano profondamente sbagliate. Potrebbero essere più agevolmente rese con una successione di verbi nello stesso tempo dell'indicativo: "chiamò l'ascensore, entrò quando le porte si aprirono e salì al terzo piano". Non ti sembra che la lettura scorra meglio?

Il gerundio presente può anche essere sparso a piene mani durante la prima stesura di un testo, pur di non interrompere il flusso di scrittura mentre le idee ti si affollano in testa e chiedono di essere riversate sulla pagina il più in fretta possibile. Non c'è alcuna vergogna nell'usarlo, sapendo che in realtà è un segnaposto per qualcos'altro. Ma in seguito, in fase di revisione, è bene fare un conteggio e tirare le somme. Più di due gerundi nella stessa frase, di solito, sono il sintomo che qualcosa non va. E a questo punto occorre pensare "davvero questa azione avviene contemporaneamente a quella del verbo principale? E anche se la risposta è sì, non c'è un altro modo in cui posso scriverlo?". Guarda come cambia il paragrafo di prima, una volta risposto a queste due semplici domande per ogni gerundio presente:

– Basta, questo romanzo mi ha stufato! – disse Rosa. Subito chiuse il libro che aveva sulle ginocchia e nel girarsi verso Viola pensò che c'erano troppi gerundi. Rosa tentennò, aprì la bocca e poi la chiuse. Non riusciva a esprimere ad alta voce la sua riflessione mentre Viola la guardava fisso, avanzava verso di lei e non capiva perché mai avesse esitato.

Si nota la differenza? Non so tu, ma io la sento eccome. Ora la melodia usa molte più note, forse non l'intera scala musicale, ma di certo il testo ha una varietà e una fluidità maggiore. Avrei potuto lasciare un gerundio, uno solo; per come la vedo io, è la quantità massima per un testo così breve. Naturalmente, qualcun altro avrebbe potuto scegliere di tenerne due. Due è comunque meglio di undici, non trovi?

Per oggi è tutto. Spero di averti ispirato a guardare con occhio critico i gerundi nei testi che scrivi e in quelli che leggi, e a non dare per scontato che siano tutti assolutamente necessari. E se stai lavorando alla tua storia, mi auguro di averti fatto scoprire, se già non lo conoscevi, un nuovo strumento da mettere se vuoi nella tua cassetta degli attrezzi: un piccolo scalpello con cui sbalzare via le schegge impazzite di gerundio.

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