sabato 25 maggio 2019

Gora

Anche per questa settimana resto in tema d'acqua, ma mi allontano dal mare. La parola di oggi descrive un tipo d'acqua più "domestica", eppure il termine in sé è antico, probabilmente di derivazione longobarda... l'avresti mai immaginato?

Gora [gò-ra] s.f. 1. Canale che conduce l'acqua da un fiume a un mulino. 2. Traccia, segno lasciati dall'acqua che sgocciola sulla carta o altro materiale; traccia di una macchia che permane dopo la smacchiatura.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
 

 
Per illustrare i due significati di questa parola ho scelto di restare nell'universo di Oltreconfine, anche se già il brano della settimana scorsa era ambientato lì. Stavolta però ho spostato l'attenzione sul viaggio di Will e Besta Rei, che avevo iniziato a esplorare in un altro brano, quello che accompagna la parola Stamberga.


Seguimmo il corso del fiume, procedendo lungo la sponda al riparo degli alberi. Il piano era di risalire la corrente fino a raggiungere la sua fonte, e da lì cercare riparo nelle comunità montane. Era un lungo viaggio.
Ossimoro sarebbe stata la città più vicina, ed era dove il nostro sparuto gruppetto di sopravvissuti era diretto prima dell'imboscata. Già allora avevo cercato di avvertirli, di far capire loro che nella vasta pianura eravamo indifesi, che i demoni proseguivano verso ovest, e che noi non avevamo alcuna certezza che gli abitanti di Ossimoro ci avrebbero accolti. Non mi avevano dato retta.
Da quando eravamo rimasti in due, Will mi ascoltava. Escalona era la nostra migliore possibilità.
Gli indicai la gora che deviava dal fiume. Will annuì e mi precedette in silenzio lungo il canale. In un solo mese si era fatto grande, e non sembrava più il bambino che era fuggito; eppure resisteva ancora, nei suoi occhi, una traccia di divertimento fanciullesco. Mi sembrava incredibile che il suo animo giocoso e innocente fosse sopravvissuto intatto, dopo tutto il dolore che si era depositato in noi.
Non sapevo cosa gli passasse per la testa: non parlavamo mai dell'imboscata in cui suo padre aveva perso la vita. In me, la caduta di Laeverth e ciò che ne era seguito aveva lasciato gore indelebili, macchie più sudicie di quelle che lordavano la mia veste di sacerdotessa. Pregare Endera con la fede di un tempo era diventato difficile.
Mentre ci avvicinavamo al mulino, quatti e silenziosi come due ladri, Will estrasse una freccia dalla faretra e la preparò sull'arco. Io strinsi la presa sul mio falcetto d'oro. Non era ancora il tramonto, perciò non ci aspettavamo un attacco dei demoni. Ma incontrare altri sopravvissuti poteva rivelarsi altrettanto pericoloso.

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