lunedì 27 maggio 2024

L'audizione


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Foto di RDNE Stock project da Pexels


Quando avevo ricevuto l'invito all'audizione avevo pensato a uno scherzo o al solito tentativo di truffa, insomma, non capita tutti i giorni che i Rainbow Stars ti mandino un video per invitarti a fare un provino, e inoltre il luogo scelto, un parcheggio qualunque invece di un famoso teatro o di una sala prove esclusiva, mi puzzava di bruciato. E invece era vero, era tutto vero, come potei constatare dal mio prudente punto di osservazione sotto i portici dall'altra parte della strada. Eccoli lì, tutti e sei, appoggiati o seduti su un muretto nei loro sgargianti abiti di scena, che facevano del loro meglio per ignorare le auto che arrivavano a parcheggiare e i proprietari che tornavano a prendere. La più famosa crew di ballo del momento, i mitici Rainbow Stars, i magici Rainbow Stars. La mia migliore amica, Tatiana, quella che mi aveva mandato il video che mi aveva portato a quel momento, sarebbe morta d'invidia al sapere che stavo per incontrarli. Non le avevo detto niente, perché appunto non pensavo di trovarli davvero lì, nella migliore delle ipotesi esclusi truffa e scherzo supponevo avrei incontrato un assistente o un loro manager. Anche se alla fine mi avrebbero detto, come mi aspettavo facessero, un "ti faremo sapere", il minimo che potevo fare per farmi perdonare era chiedere un loro autografo non per me, ma per Tatiana.
La cosa strana era che nessuno di quelli che arrivavano al parcheggio li degnata di uno sguardo. D'accordo, i guidatori appartenevano a un'altra generazione e magari non erano così informati sugli idoli dei ragazzini, ma quelli erano i Rainbow Stars! Impossibile non averli mai visti su un cartellone o in una pubblicità. Erano praticamente dappertutto.
E adesso, in quel preciso momento, erano in un parcheggio dall'altra parte della strada, e attendevano me.
Presi coraggio, e non appena il semaforo divenne verde attraversai di corsa la strada per andare a raggiungerli.
E pensare che era iniziato tutto con quel video tutorial che Tatiana mi aveva girato qualche settimana fa. Nel video Mel e Kitty, due delle ragazze del gruppo, spiegavano i passi e le mosse per ballare una delle loro canzoni più famose, e tutto il gruppo poi concludeva chiedendo di filmarsi mentre si ballava e di inviare il video al form nel loro sito internet qualora fosse successo "qualcosa di strano". A casa mia, come spesso accadeva, le luci avevano iniziato a sfarfallare, e Tatiana mi aveva convinto che fosse abbastanza strano da valere la pena di inviarlo.
– Chissà, magari gli servono spezzoni dai fan per montare un video musicale corale, se ti va bene e il tuo gli piace ti fanno firmare una liberatoria e diventi famosa! – mi aveva detto Tatiana. – Sarebbe anche carino se per ringraziarti ti regalassero un paio di biglietti per il loro spettacolo, se succede prometti che ci porti me?
L'avevo promesso, senza aspettarmi più di tanto. Qualche giorno dopo era arrivata alla mia casella mail una video risposta che pareva proprio un autentico annuncio preconfezionato dai Rainbow Stars, ma di questi tempi non si può mai essere sicuri fino in fondo con tutti i fake che girano, che mi annunciava di essere stata selezionata per un provino, con un numero telefonico da chiamare per accordarmi su data e orario. Dato che alla voce che aveva risposto al telefono avevo detto di non potermi allontanare più di tanto da quella zona della città, senza dire che quello era il mio percorso casa-scuola e ritorno, mi era stato riferito di presentarmi in quel parcheggio in un orario che per me era subito dopo la scuola.
Il che presentava un vantaggio e uno svantaggio. Vantaggio: comunque fosse andata, per giustificare il ritardo con i miei genitori non mi serviva dire nulla di più che un "sono rimasta a chiacchierare con Tatiana e ho perso l'autobus!". Svantaggio: avrei dovuto affrontare quel provino, se davvero si trattava di quello, a pancia vuota e col cervello in pappa dopo un'ora di verifica e due interrogazioni.
Non era l'ideale per un'occasione così importante, no, per niente.
Nell'avvicinarmi sentii il gruppo discutere animatamente.
– Possibile che abbia cambiato idea? – diceva Mel.
– Spero proprio di no, tesoro – le rispondeva Vic. – Di tutto il mucchio, lei era quella più promettente.
– Forse ha avuto paura – aggiungeva Kitty.
– Sarebbe tragico per noi e per lei. – Questa era la voce sempre un po' malinconica di Lucia. – Ma per noi, soprattutto. Vorrebbe dire che ci siamo sciroppati tutte quelle ore di filmato di ragazzini scatenati e privi di talento per niente.
– Oh, eccola arriva! – l'aveva interrotta Max, diminutivo di Maxine, e a quel punto avevano tutti alzato la testa e fatto silenzio.
Io ero lì, un po' impacciata, di fronte ai miei idoli, con un giubbotto un po' liso sulle maniche addosso e lo zaino stretto al petto, nel rombo di motore delle automobili che andavano e venivano.
Assolutamente impreparata a quello che mi attendeva.
Chantal, la leader e fondatrice dei Rainbow Stars, abbassò gli occhiali e mi fissò da sopra il bordo delle lenti. – Allora? Sei qui per ballare, quindi... mostraci che sai fare.
Mi guardai attorno, distratta dal ticchettio dei tacchi di una signora che era passata giusto dietro di me per andare a prendere la sua auto. – Qui? Cioè... così, senza la musica?
Alle mie parole Mel, seduta sul muretto, mise i piedi a terra e Kitty fece un passo avanti, ma Chantal le bloccò con un braccio.
– No. Così, senza musica. I passi li conosci, fai quelli del tutorial.
Sospirai, misi a terra lo zainetto da una parte, mi tolsi il giubbotto e lo appoggiai sopra, poi tornai davanti alla crew in attesa. Cominciai lentamente, destra, sinistra, giro, battimani in alto e scivolata di lato, e poi mi sciolsi, anche senza musica scoprii di riuscire a farlo, mi bastava immaginarla, me la ricordavo a memoria quella canzone. Dietro di me scattò l'allarme di un'automobile parcheggiata ma non ci feci caso, non lasciai che un rombo di motore, o il passaggio di una persona o qualsiasi altra cosa mi distraesse, finché non vidi Vic dare una leggera gomitata a Lucia e indicarle in alto.
– Te l'avevo detto che lei era vera – lo sentii bisbigliare.
Ero troppo curiosa. Sbirciai in alto e vidi i lampioni del parcheggio, che a quell'ora avrebbero dovuto essere spenti, lampeggiare di luce incostante. Anche i fari delle auto, ora che ci facevo caso, si erano accesi attorno a me, senza nessun guidatore a comandarli. Mi bloccai, e non riuscii più ad andare avanti con i passi che avevo imparato dal loro tutorial.
– Elettrodanza – commentò Chantal. – Questa è nuova.
Ma io già mi stavo avviando a riprendere lo zainetto e il giubbotto. – Scusate. È stata una pessima idea, non dovevo venire, ma che mi sono messa in testa...
– Eh no, tesoro, non puoi mollarci così adesso – fece Vic, che mi aveva aggirato per bloccarmi la strada nel suo sgargiante completo arancione. – Un talento come il tuo è molto molto raro, e non puoi permetterti di sprecarlo.
Mel e Kitty mi raggiunsero parlottando allegramente, e in breve fui circondata dai Rainbow Stars al completo.
– Tutto quello che vedi nei nostri spettacoli, tesoro, è merito dei nostri talenti – mi spiegò Vic. – Mel, che come saprai ha scelto come nome d'arte Melody, mai nome fu più appropriato, può creare la musica solo ballando. Kitty stessa cosa, solo che lei si occupa più della parte ritmica.
– Già – commentò Chantal. – So che ti sembrerà assurdo, ma è tutto vero. I giochi di luce? Non sono fari colorati, ma è Vic che balla. E il mio talento è la Pirodanza, quindi tutto ciò che riguarda fiammate e fuochi d'artificio, è merito mio. Mentre... – Chantal indicò le altre due, ma lasciò che fossero loro a presentarsi.
– Quando ci sono io... diciamo che non c'è bisogno della macchina della nebbia – fece Max.
– E se vuoi rinfrescarti un po' ti basta chiedermi di ballare – mormorò Lucia, poi si corresse: – Intendo... non che abbasso la temperatura, ma che faccio l'effetto vento. Ballando. Suona malissimo, vero?
Non feci in tempo a rassicurarla che Chantal riprese: – Dovrai un po' affinare il controllo sul tuo talento, ma con un intenso programma di prove insieme, dovresti prenderci la mano. Benvenuta nei Rainbow Stars!
L'annuncio mi colse del tutto impreparata.
– Cosa?
Ci volle un buon quarto d'ora di ulteriori spiegazioni, e rassicurazioni che la proposta era seria, ma alla fine, dopo che mi ebbero anche rivelato che se non avessi usato il mio potere lo avrei perso, come era accaduto ad altri candidati che avevano preferito aspettare che fosse troppo tardi per entrare nella crew, ero pronta a farci un pensierino.
L'unico ostacolo a quel punto era come dirlo ai miei genitori, e peggio ancora, come dirlo a Tatiana.

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