lunedì 6 maggio 2024

Procurarsi clienti


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Foto di Cristian Benavides da Pexels


L'autolavaggio "Viadeimiracoli" era decisamente il migliore in città. Lo sapevano tutti i residenti ormai che non c'era posto più adatto per ripulire d'ogni sozzura il proprio mezzo di trasporto, e quanto agli stranieri, se non erano abbastanza furbi da farsi indirizzare là fin da subito, lo imparavano ben presto a proprie spese. D'altra parte, un cartello in bella mostra davanti alla struttura recitava questo slogan:

LAVIAMO TUTTO
(dall'autovolobile ecologica di ultima generazione al macinino del secolo scorso)
LEVIAMO TUTTO
(dalla polvere d'ogni giorno ai graffiti olografici indelebili)

E quando dico recitava, non intendo che c'era semplicemente scritto, bensì che il cartello stesso ripeteva le parole, di tanto in tanto, a ogni ora del giorno e della notte.
Uno può pensare che, con una tale efficienza, l'autolavaggio "Viadeimiracoli" sarebbe presto rimasto vittima del proprio successo, e invece no: i clienti non mancavano mai. Di più: era pieno di automezzi che facevano la fila per essere tirati a lucido, splendenti come nuovo. Non che i bravi cittadini muniti di un qualche mezzo di trasporto fossero particolarmente ossessionati dalla pulizia e dall'igiene nel corso dei loro spostamenti. Semplicemente, in città, qualunque cosa mobile o immobile che si trovasse per strada aveva la malaugurata tendenza a sporcarsi.
– Non sapevo di doverci mettere un telo sopra durante la notte – diceva il turista accanto alla sua 6x6 Trentasei con qualche chilometro di troppo sotto il cofano e qualche colore di troppo sopra, mentre attendeva in fila il proprio turno.
E un suo compare con un CamperCasa superattrezzato che proiettava ovunque indecifrabili scritte olografiche ribatteva: – Io sono già stato in tre autolavaggi, ma non sono riusciti a farci niente. Poi mi hanno mandato qua... mah, speriamo in bene.
– Maledetti ragazzini con i loro spray digitali olografici, è la quarta volta questo mese – si lamentava un riccone piuttosto contrariato di dover ancora portare la sua autovolobile modello Razzo Lunare a lustrare la carrozzeria.
– La mia Bessie non sopporta una macchia d'unto, figuriamoci questo sudiciume – sospirava un'anziana signora compita, che aveva preso un po' troppo a cuore la sua auto d'epoca su quattro banalissimi copertoni e del tutto priva, a dispetto di quanto andava dicendo, di una IA dotata di personalità.
– Oh, suvvia, io ci vengo volentieri – blaterava un damerino nel pettinarsi davanti allo specchietto, ovvero l'unica parte del suo veicolo che non fosse coperta da grumi di fango iridato. – Se solo il proprietario mi avesse lasciato almeno una volta entrare a lavarmi con la mia coupé...
Ed era vero: il proprietario dell'autolavaggio "Viadeimiracoli", la cui attività gli fruttava un gruzzolo di tutto rispetto in continuo aumento, non permetteva a nessuno di accompagnare il proprio mezzo nei meandri oscuri del corridoio di pulitura. A suo dire, il delicato meccanismo dell'autolavaggio completamente automatizzato era troppo sensibile per rischiare che qualche guidatore bene intenzionato ma sconsiderato lo rovinasse aprendo una portiera o un finestrino nel momento meno opportuno.
O così, o niente lavaggio, e dunque tutti quanti, nessuno escluso, una volta terminato la noiosa burocrazia della procedura di pagamento, abbandonavano a malincuore il loro adorato compagno di mille viaggi e spostamenti per andare ad attenderlo alla fine del corridoio di lavaggio. D'altra parte i numerosi e chiaramente udibili rumori di nastro trasportatore che scorre con un ronzio, il gorgoglio dei getti d'acqua, il sibilo degli asciugatori e la vista infine del proprio mezzo tirato a lucido che usciva nuovamente all'aria aperta li rassicuravano sulla precisione ed efficienza del processo automatizzato.
Quando poi veniva il turno dell'ultimo veicolo della fila e per il momento non ce n'erano altri in vista, il proprietario attendeva che il miracolo si compisse ancora una volta, e dopo aver congedato il cliente, entrava lui stesso nel corridoio di pulitura, sfidando getti d'acqua che deviavano non appena lo riconoscevano e bolle di sapone che giravano al largo non appena avanzava tra loro, e raggiungeva il cuore dell'autolavaggio, ovvero una giovanetta dalla pelle tanto variopinta da sembrare essere ricoperta da innumerevoli tatuaggi, la cui forma fisica andava e veniva dalla realtà tangibile quasi fosse un ologramma. Qualcun altro, in effetti, avrebbe potuto scambiarla per tale, ma non il proprietario dell'autolavaggio "Viadeimiracoli", che la conosceva da anni.
Non era da tutti riuscire ad assicurarsi l'aiuto di uno Spiritello Cromomante con specializzazione in Idrocinesi. Non era da tutti continuare a tenerselo accanto, data la natura estremamente volubile di queste creature. Per sua fortuna, il proprietario dell'autolavaggio aveva una riserva illimitata di Pietre Arcobaleno di cui il Cromomante era ghiotto, grazie a una stampante 3D a condensazione di spettro visibile opportunamente modificata. Lanciò infatti una delle pietruzze iridescenti allo Spiritello, che la afferrò e subito la inglobò nel suo essere, sbirciando poi avidamente il proprietario in attesa di altri bocconcini.
– Vai pure, adesso – le disse invece quest'ultimo. – Il lavoro è finito, vai a divertirti. Lancia schizzi di vernice dove ti pare, tingi i muri e le auto in sosta, crea i tuoi bellissimi graffiti olografici che nessuno potrà cancellare... a parte te. Poi però, se ne vuoi ancora – concluse, agitando sotto il naso della creatura un frammento di luce solida. – Sai dove tornare, e come puoi guadagnartela.
Il proprietario osservò con una certa soddisfazione lo Spiritello Cromomante farsi traslucido e prendere il volo, attraversando in un lampo il soffitto del corridoio di pulitura.
Nessun rimorso, da parte sua, nello sguinzagliarlo a far danni in città. D'altra parte, l'autolavaggio "Viadeimiracoli", il più efficiente nel suo genere, sarebbe ben presto rimasto vittima del proprio successo, se non avesse anche trovato il modo di procurarsi una scorta illimitata di clienti.

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