sabato 10 agosto 2024

Accomiatare/Accomiatarsi

Accomiatare [ac-co-mia-tà-re] v.tr. [sogg-v-arg] Licenziare qualcuno, congedare.

Accomiatarsi [ac-co-mia-tà-rsi] v.rifl. [sogg-v-prep.arg] 1. Congedarsi da qualcuno. 2. estens. Separarsi da qualcosa.

Etimologia: dal latino commeare, "andare e tornare, passare da un luogo all'altro", composto da com, "con" e meare, "andare", con l'aggiunta del suffisso ad.


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di Andrea Piacquadio da Pexels


Lasciai la ruota del destino di Sara sullo scaffale, a girare su sé stessa come una trottola in mezzo ai frammenti della giara. Non si sarebbe più fermata, non almeno finché il destino di Sara non si fosse compiuto.
Avevo fatto ciò per cui ero venuto e non vedevo l'ora di andarmene, ma Sara si avvicinò alla figura spaventosa e solenne seduta sullo scranno, immobile come una statua. Sara gli rivolse un lieve inchino, e disse: – Grazie di aver trovato il modo.
Mi irritò sentiglielo dire, perché il modo ero stato io, e quella cosa sullo scranno non mi aveva dato scelta. Io non avrei mai potuto ringraziare un'entità che si sentiva in diritto di decidere che il destino di una ragazza era di morire a sedici anni, non di essere felice o avere una famiglia o diventare una famosa poetessa o chissà, anche una scienziata, ma soltanto di morire giovane, e che il mio di destino fosse quello di fare in modo che ciò accadesse. Mi sentivo come se la stessi uccidendo io con ogni giro di quella ruota, ma Sara mi aveva pregato di farlo, e io l'avevo accontentata.
Sara poi mi disse che potevamo andare, e quando attraversammo la soglia, un lampo di luce mi accecò e nell'aprire gli occhi mi ritrovai in piedi accanto al tavolo della cucina, con lei che mi teneva la mano.
Quello che avevamo appena vissuto mi pareva un sogno, non fosse stato che Sara era diversa. I suoi occhi erano diversi.
– Non ho più bisogno di uno scopo dalla Sorte – mi disse Sara, indovinando i miei pensieri forse con l'ultima briciola di conoscenza che le era rimasta. – Ora posso vivere quest'ultimo giorno, e accomiatarmi dalla vita. E tu, puoi tornare alla tua.
Sara poteva pure accomiatarsi dalla vita, ma non le avrei permesso di accomiatare me. Non volevo che morisse da sola.
– Se questo è il tuo ultimo giorno, vuol dire che è il tuo compleanno, vero? Per questo doveva essere oggi?
Sara annuì, e io proseguii, riprendendo tra le mie le sue mani: – Allora dobbiamo festeggiare, e non accetto un no come risposta.

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