lunedì 19 agosto 2024

Sfilata di moda allo zoo


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Foto di Pixabay da Pexels


Quando la notizia si diffuse, tutti gli animali iniziarono a fare piani su piani e a pretendere un posto d'onore al grande evento.
– Una sfilata di moda qui allo zoo? – chiese il pavone, drizzando già la coda con fare vanitoso. – È ovvio che io ne sarò la star, il modello più ammirato. Devo subito iniziare a prepararmi, lisciarmi le penne e lucidarmi il becco...
– Ma sta zitto! – ruggì il leone. – Se c'è un vip qui sono io, sarò il re della passerella, e se provi a fregarmi il posto di te ne faccio un sol boccone.
Dalla sua gabbia, la tigre se la rideva sotto i baffi. – Poveretto – disse ai pappagalli. – Non sa che la tinta unita è passata di moda, quest'anno va il tigrato, e modestamente, io sono un'esperta del settore.
I pappagalli, che dal canto loro preferivano fare i PR piuttosto che mettersi in mostra in passerella, anche se avrebbero avuto la livrea perfetta per l'occasione, ripeterono a destra e a manca la confidenza della tigre. La notizia ovviamente arrivò alle orecchie di tutti, perché come ripetevano loro non ripeteva nessuno (infatti, per inciso, pure la notizia della sfilata di moda che i proprietari dello zoo intendevano organizzare era stata rivelata da loro), mandando le zebre su tutte le furie. – Strisce sì, ma bianche e nere! Questo è il must dell'estate, inoltre guardate noi come siamo snelle, belle, eleganti! Siamo nate per fare le modelle, sfiliamo avanti e indietro tutto il giorno, figuriamoci se non scelgono noi.
Dalla gabbia vicina, il panda interloquì: – Se serve bianco e nero, io sono pronto. È da una vita che faccio la dieta del bambù, almeno una gioia me la volete dare, no?
– Non era il rosa il colore di quest'anno? – chiesero in coro i fenicotteri, ma tutti li ignorarono. A dar retta a loro, infatti, il rosa era il colore di tutti gli anni. – Rosa è allegro, rosa è bello, viva la vita in rosa! – conclusero, nel perorare la loro causa.
Il bradipo fece per aggiungere qualcosa ma dato che era troppo lento nel prendere parola, il ghepardo s'intromise con scatto felino nel discorso. – Le strisce saranno pure la moda di oggi, ma io sono troppo avanti, il mio maculato è la moda di domani! Quindi, visto che il domani è l'oggi di ieri, tanto vale prendersi avanti e presentare la novità in anteprima.
Dal suo angolo, l'elefante barrì zittendo la cacofonia di versi di tutte quelle primedonne che aspiravano ai loro cinque minuti di fama.
– Silenzio! Vediamo di organizzare le cose per bene – ragionò il proboscidato. – Poniamo che io venga nominato direttore artistico dell'evento, d'altra parte possiedo una memoria prodigiosa e un megafono naturale che mi faciliteranno non poco nel dare ordini a voi branco di animali casinisti.
Dal suo laghetto artificiale, l'ippopotamo sbadigliò. Era abituato ai lunghi e noiosi discorsi del vicino, perciò reagì girando le spalle e raccomandando: – Chiamatemi se c'è una sfilata in piscina, altrimenti...
– Senti senti questo dormiglione che non ha nemmeno il fisico! – scherzarono tra loro le gazzelle in tono maligno. – Una sfilata in piscina vuole fare! Piuttosto chiamate quella là – soggiunsero indicando la foca – che almeno farà la sua bella figura da sirenetta.
– Altezza mezza bellezza – sentenziò la giraffa. – E io posseggo il doppio di entrambe, dunque sono più che qualificata per fare la modella, signor direttore artistico – concluse rivolta all'elefante, nel tentativo più che palese di ingraziarsi il pezzo grosso.
– Ma siamo proprio sicuri che questa sfilata si farà? – gufò il gufo. – E se poi piove?
– Sssfileremo anche sssotto la pioggia. – sibilò di rimando il serpente. – Ssssole, pioggia, vento... io non ho problemi, sssfilo sssempre.
– Purché non mi facciano fare la borsetta, a me va bene tutto – borbottò il coccodrillo.
– Il posto di bodyguard è già stato assegnato? Se no io mi propongo – fece il gorilla.
E il canguro dalla zona dello zoo riservata agli animali australi, che non aveva ben capito che cosa fosse tutta quella bagarre, aggiunse: – Se c'è da dar calci sono dei vostri! Ah, non è un incontro di lotta libera? Come non detto.
– Peccato che non lo sia – commentarono mestamente gli avvoltoi, per i quali se non ci scappava almeno un morto, l'evento non era affatto riuscito. Insomma, non avevano mezze misure: o un morto, o un mortorio.
La discussione e i preparativi proseguirono animati fino al giorno designato per l'evento, al quale si presentarono tutti con pellicce, piume, squame e quant'altro perfettamente tirati a lucido il più possibile. E lì scoprirono che era stato tutto inutile, perché la sfilata di moda c'era, sì, e il posto era quello, proprio allo zoo, ma si trattava di un evento fatto per esseri umani per altri esseri umani, e loro, gli animali, avevano pure meno occhi puntati su di loro del solito, essendo passati da protagonisti a tappezzeria.
– Bah, guarda come ci scimmiottano, questi qui – brontolò infastidito il tapiro, nel vedersi passare sotto il naso una serie infinita di modelle abbigliate in tessuti con stampe animalier e inserti in pelliccia ecologica, che si esibivano in pose selvagge sfoderando lunghe unghie laccate.
– Che cosa orribile vedono i miei occhi! – si lamentò il lemure. – No, basta, non posso guardare! Aspetta, forse un'altra sbirciatina... Nooo, basta, pietà!
– È imbarazzante – commentò la iena. – Mi vien troppo da ridere, con questi qua che pensano di riuscire a passare per animali così conciati.
Insomma, se prima la prospettiva della sfilata li aveva divisi e messi in competizione nel tentativo di primeggiare, ora la vera sfilata li univa nel criticare. Dovunque si girassero, le modelle e gli spettatori umani udivano versi di qua e versi di là, e avevano un bel chiedersi come mai gli animali fossero tanto agitati quel giorno.
Le uniche che non avevano da ridire quel giorno erano le scimmie, che all'eccentrico stilista era stato concesso, nientemeno che dal direttore dello zoo, di vestire con giacchette e cappellini e occhialini da sole su misura, seguendo il tema della sfilata secondo cui "l'uomo è un animale, l'animale è un uomo". A dire il vero, al suddetto stilista sarebbe piaciuto coinvolgere nella scandalosa inversione di ruoli tutte le bestie, ma per motivi di sicurezza e di rispetto del mondo animale aveva dovuto accontentarsi della specie più collaborativa e meno facilmente infastidita dall'interazione con gli esseri umani, con buona pace di tutti gli altri che avevano sognato di diventare modelli d'alta moda almeno per un giorno.

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