giovedì 9 agosto 2018

Pianificatori vs improvvisatori

Una delle preferenze che è possibile dichiarare durante il NaNoWriMo, ricevendo persino una medaglia virtuale, è se nello scrivere si ritiene di essere un pianificatore (planner), un improvvisatore (pantser) o un misto di entrambi (plantser). Se leggi questo blog già da un po', saprai individuare a occhi chiusi su quale è caduta la mia scelta. Ma vediamoli un po' più in dettaglio.

Un pianificatore è colui che prima di iniziare stende una scaletta, divide la trama in scene, progetta i capitoli, magari aiutandosi con schemi collaudati come quello del viaggio dell'eroe. Fa uno studio preparatorio dei personaggi, li disegna se è in grado, compila una scheda o un "documento d'identità" almeno per i principali, traccia la mappa (del mondo se la storia è ambientata in una terra inventata, di un edificio se è il luogo principale dove si svolge l'azione), inventa il tipo di società in cui si muovono i suoi eroi o ne ricerca le caratteristiche se esiste ma è lontana da lui nello spazio o nel tempo. Riempie quaderni di appunti. Ed è possibile che abbia anche un tabellone su cui affiggere le sue note e tracciare i collegamenti, qualcosa di simile a ciò che potresti vedere usato in un film giallo per le indagini in corso.

Un improvvisatore, al contrario, è colui che inizia a scrivere mentre l'idea è ancora calda, senza sapere dove lo porterà. Affronta la pagina bianca senza appunti e senza ricerca, scoprendo man mano i dettagli della storia e modificandola in corso d'opera dove serve. Ciò non vuol dire che un improvvisatore non si affida ad alcuna fonte o che ciò che scrive sarà zeppo di incongruenze, ma solo che non si cura troppo di questi problemi nella prima stesura. La revisione in fondo serve a questo: a dare l'impressione che sapevi già tutto fin dall'inizio (citando a memoria M. Kirin, in uno dei suoi vecchi video che ho rivisto di recente).

Pianificatore e improvvisatore sono solo gli estremi di un continuum che può vederti propendere più per l'uno o per l'altro, preferenza che può modificarsi nel corso della tua vita o a seconda del progetto su cui stai lavorando. Sono convinta che ci siano tanti tipi di scrittore quante sono le persone che scrivono, eppure, sia a scuola che nei corsi di scrittura creativa, il prototipo dello scrittore che viene inculcato è quello del pianificatore che studia diligentemente l'argomento di cui intende scrivere e che accumula più appunti di quante non siano le pagine del suo romanzo. In fondo, non è quello che viene in mente anche a te se pensi a uno scrittore che sia diventato celebre?

Se provo a pensare al perché sia così, la risposta che mi viene in mente è che l'immagine dello scrittore pianificatore appare essere quella più "seria" e più "professionale", nonché quella più semplice da insegnare. Per creare uno scrittore pianificatore ci sono mille strumenti che è possibile spiegare, dai prototipi dei personaggi (l'eroe, il mentore, il guardiano della soglia, l'antagonista), ai cliché tipici di ogni genere da evitare, fino ai passaggi più o meno obbligatori in cui suddividere la trama, talvolta specificando anche quanto in percentuale del romanzo va assegnata a ciascuno di loro.

È molto più difficile insegnare a essere un improvvisatore. Presuppone di insegnare l'abilità di lasciar andare ogni presunzione di controllo; la capacità di mettersi, invece che nei panni del regista che decide ogni cosa e taglia subito laddove il risultato non rispecchia il suo ideale, in quelli di un semplice cameraman, con l'unico obbligo di essere testimone, al massimo delle proprie capacità, dell'azione che si sta svolgendo di fronte ai suoi occhi. Come si può insegnare a "cominciare senza sapere"? E soprattutto, che sia possibile e che vada bene farlo? E insegnare che improvvisare, seguire la storia laddove ti porta, non significa scrivere solo quando si ha voglia o quando l'ispirazione chiama?

Per come la vedo io, sebbene uno dei due sia quello osannato in ogni corso e manuale, nessuno dovrebbe essere trattato come "il metodo corretto" o quello che ha maggiore dignità. Sono solo due modi diversi di arrivare allo stesso risultato, ciascuno con i suoi pro e i suoi contro, che sono più o meno adatti per questo o per quello scrittore. E con un loro punto d'incontro, una sintesi ideale nel mezzo del continuum che può variare a seconda dei tuoi gusti. Imparare a mettere in pratica entrambi, conoscerne gli "strumenti", è un buon punto di partenza se vuoi cominciare a scrivere. Trovare quello che fa per te è indispensabile se vuoi continuare a scrivere.

E tu che scrittore pensi di essere, un pianificatore, un improvvisatore, o una via di mezzo?

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