giovedì 19 marzo 2020

Come funziona un libro


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Già qualche giorno dopo il suo arrivo capii di dover trovare in fretta qualcosa con cui distrarre Talon per evitare che smontasse pezzo per pezzo Sabrina, la mia barca. Ma a bordo non avevo giochi di società, né carte, né nient'altro che si potesse definire un'attività ricreativa per più persone. In fondo, non avevo previsto ospiti nella mia traversata in solitaria, soprattutto non ospiti da un altro mondo.
Fu solo dopo l'incidente delle vele, mentre procedevamo a rilento verso il porto più vicino per le riparazioni, che mi tornarono in mente i libri. Ne avevo portati più che a sufficienza nel mio lettore ebook, ma sapevo che quella "invenzione" avrebbe attirato la curiosità di Talon in modi che si sarebbero rivelati poco salutari per il dispositivo elettronico. Dato che preferivo continuare a possedere un lettore ebook, decisi che sarebbe stato preferibile ricorrere alle uniche due copie fisiche di cui disponevo a bordo: L'isola del tesoro di Stevenson e Capitani coraggiosi di Kipling, che portavo con me più per un fattore scaramantico e affettivo che per la necessità di rileggerli ancora una volta. Scelsi il secondo, visto che al primo tenevo troppo per offrirlo agli artigli di Talon, e lo portai con me nel pozzetto.
Come previsto, Talon accorse subito col suo grattare di zampe artigliate sul ponte e lo sbatacchiare delle ali da pipistrello contro la battagliola  per vedere che nuova invenzione avessi tirato fuori. Considerato che gli avevo annunciato di avere una cosa per lui, mi sorprese che non fosse rimasto appena fuori dalla cabina in trepidante attesa.
Il suo aspetto, invece, non sorprendeva più me, né mi faceva più trasalire quando me lo trovavo davanti all'improvviso. Si poteva dire che mi ero ormai abituata ad avere a bordo un gremlin della Terra del Vapore, con il suo accento strano e le sue fattezze che sembravano appartenere per metà a un normale ragazzo e per metà a un miscuglio di bestie varie, oppure a un demone.
Era più facile dal momento che almeno il suo volto era per intero il volto di un essere umano, e in quell'istante, di un essere umano accigliato.
– Che cos'è? – chiese Talon, e allungò verso il libro una mano le cui unghie erano artigli neri, appuntiti e ricurvi.
– Ah-Ah. Non si tocca – lo ammonii, sollevando il volume sopra la mia testa. – Questo è un libro. Contiene una storia. Due giorni fa mi hai detto che ti piace ascoltare le storie dei gremlin più vecchi e coraggiosi a casa tua, così ho pensato che questo potrebbe piacerti.
– Sì, però loro le storie me le raccontano con la voce, non le mettono dentro una cosa come quella. Come funziona? – Di nuovo, Talon tentò di afferrare il libro, ma io mi tirai indietro.
– Facciamo che per cominciare lo uso io, d'accordo? D'altra parte, non so nemmeno se tu sappia leggere...
Il dubbio mi colpì solo in quel momento, anche se probabilmente avrei fatto meglio a pensarci prima: che Talon sapesse parlare la mia lingua, sebbene con un misto di inflessioni regionali tanto varie quanto lo erano le parti del suo corpo, non garantiva che la conoscesse in una forma scritta, o che anche l'alfabeto fosse lo stesso nei nostri mondi. Il che significava che avrei dovuto leggere io per lui, almeno all'inizio. Piano piano forse sarei riuscita a insegnarglielo, se Talon avesse dimostrato abbastanza pazienza da apprendere, cosa di cui dubitavo.
– Siediti qui, vicino a me.
Gli feci spazio sulla panca vicino al timone. Si stava stretti pigiati lì, io lui e le sue ali ingombranti; d'altra parte, Sabrina era pensata per me soltanto. Era la mia gemella, la mia barca-gemella, che mi ricordava costantemente di quella bambina mai nata con cui sarei dovuta crescere.
Ma non in quel momento; in quel momento, mentre aprivo il libro, con Talon curvo sulle pagine che osservava con meraviglia, la mia attenzione era concentrata su di lui.
Come un bambino, Talon cominciò a fare mille domande. – Dov'è la storia? Quando comincia? Chi la racconta? C'è un piccolo umano lì dentro per raccontare la storia? E che tipo di storia è? Ci sono gremlin, nella tua storia?
Scoppiai a ridere per la sua curiosità, poi gli indicai le parole stampate. – Vedi questi segni? Questi segni, ecco, sono la storia.
Vidi la sua espressione delusa mentre si raddrizzava, allontanandosi dal libro con un mugolio. Capii all'improvviso come lo vedeva: come un brutto disegno astratto, nemmeno una figura comprensibile da interpretare ma una serie di lineette nere senza senso.
– Ah, ma devi sapere come funziona un libro, se vuoi conoscere la storia che contiene – rivelai a bassa voce, come se fosse un segreto per soli iniziati. Avrei potuto parlargli di magia delle parole, di musica della lingua, ma no: non erano parte del suo linguaggio, quelle cose. Invece gli parlai di ciò con cui Talon aveva più familiarità in assoluto, da quanto avevo capito. – Guarda qui. Ognuno di questi segni è la rotella di un ingranaggio, vedi, e ce ne sono di uguali e di diversi, e quando lavorano tutti assieme formano una storia. Ascolta, – dissi, e seguendo la riga col dito, fra lo sciabordio delle onde contro lo scafo e il soffio potente del vento sulle poche vele che ci erano rimaste, iniziai a leggere.

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