lunedì 23 marzo 2020

Storia di un'apocalisse mancata


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero. 
Foto di Raman deep da Pexels

La vita umana è una serie di apocalissi mancate. Prendete il 1989, per esempio.
Ogni anno ha il suo carico di problemi e disgrazie e scenari da fine del mondo, ma il 1989 fu un anno speciale. La nostra fortuna è che siamo veloci a dimenticare una volta scampato il pericolo. Oggi, in questi mesi di inizio 2020 da epidemia globale, probabilmente sono pochi quelli che ricordano il giorno in cui la Terra fu quasi colpita da un asteroide. Era il 23 marzo 1989, ancora in piena emergenza per le conseguenze del disastro nucleare di Chernobyl e con il muro di Berlino che già iniziava a traballare, e mentre il governo italiano annunciava nuovi pesanti tagli alla sanità (che con il senno di poi avremmo volentieri evitato) e dall'altra parte del mondo i ricercatori Stanley Pons e Martin Fleischmann rivelavano il raggiungimento della fusione fredda, tutta l'umanità era beatamente inconsapevole di quanto vicina fosse andata all'estinzione, e che il pericolo proveniva non dalla Terra e dai suoi abitanti, bensì dal cosmo.
Sopra le nostre teste, proprio quel giorno, l'asteroide 4581 Asclepius, un bestione di 300 metri di diametro sparato a una velocità di 20.500 metri al secondo, stava passando a una distanza di appena 700.000 km dalla Terra. Può apparire tanto, 700.000 km, ma in termini di distanze astronomiche questi 700.000 km equivalgono a uno sfiorarsi, considerato che la Terra si trovava in quel punto esatto appena sei ore prima. Proprio così, l'asteroide 4581 Asclepius ha mancato la terra di appena sei ore. E tutto ciò noi non lo scopriamo che otto giorni più tardi.
Riuscite a immaginare gli astronomi che hanno scoperto il fatto tirare un sospiro di sollievo tardivo? Perché loro lo sanno, che enorme differenza hanno fatto quelle sei ore di ritardo. Per loro, quelle cifre di cui vi ho parlato non sono soltanto cifre: sono terra e piante e animali vaporizzati nell'impatto, e piogge acide, e tempeste di fuoco, e un lungo, buio inverno nucleare. Sono intere specie spazzate via, e tra gli esseri umani, sopravvissuti prossimi allo zero. Nessun romanzo distopico può rendere l'idea del pericolo che abbiamo scampato.
Io, però, vi chiedo di immaginare anche qualcos'altro. Forse quest'idea surreale me l'ha messa in testa il video educativo che ho visto qualche giorno fa, sul problema di dimostrare se la nostra realtà sia o meno parte di una simulazione, ma io vi chiedo di immaginare una qualche divinità, o se siete atei un alieno dalla pelle verde o grigia, di fronte a un vecchio videogioco arcade, impegnato a fare più punti possibili in una partita di "Guida l'asteroide".
Come al solito, qualcun altro, divinità o alieno, sbircia da dietro una spalla e attende il suo turno, e alla collisione mancata di quel 23 marzo 1989, segno di un game over evitato all'ultimo istante, impreca e mugugna: – E insomma, fai giocare un po' anche a me. È da almeno sessanta milioni di anni che non mi cedi il posto.
Al che il primo, senza staccare gli occhi dallo schermo, replica: – No, zitto tu, tu non sei capace! L'ultima volta hai fatto estinguere i dinosauri. Non mi distrarre, sto per fare il record di punti e inoltre... gli ominidi che ci sono sul pianeta in questo livello potrebbero fare qualcosa di intelligente, prima o poi. Se qualcuno non gli butta in testa un asteroide prima.

...d'accordo, forse dovrei smettere di guardare video educativi su ipotesi improbabili.

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