sabato 9 giugno 2018

Valetudinario

Ben sei sillabe per una parola così musicale che vien subito da chiedersi quale straordinaria qualità descriva, e invece... anche se, conoscendo il latino, almeno un indizio circa il suo ambito lo si può ottenere fin dalle prime lettere.

Valetudinario [va-le-tu-di-nà-rio] agg. (pl.m. -ri) lett. Cagionevole di salute, spesso malato.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Un termine così altisonante che è impossibile non associarlo a un titolo onorifico, e così è nato quel Supremo Valetudinario. Mi serviva solo un posto su cui farlo "regnare", e mi sono chiesta: perché non un intero pianeta?


Per il pianeta Lazarus, il viaggio era di sola andata. A meno di non avere uno speciale lasciapassare dell'Alleanza, per abbandonare il pianeta era necessario sottoporsi a una serie di esami così completa e approfondita da non lasciare scampo neppure al più sano dei soggetti. Lo scanner intracellulare e il lettore di DNA frugavano il corpo di chiunque osasse dichiararsi "sano", e bastava loro anche una minuscola colonia batterica o un semplice gene difettoso, per quanto inespresso, per respingere il richiedente tra le schiere dei malati. Le visite non erano permesse; i medici erano a loro volta pazienti di altri medici.
Lazarus era il mondo in cui l'Alleanza nascondeva tutte le creature valetudinarie, umane e aliene, che non avevano abbastanza denaro, influenza o potere da riconquistare la salute altrove: il tappeto cosmico sotto al quale spazzare la polvere dell'universo.
Ottenere tre lasciapassare falsi era quasi difficile quanto ottenere quelli veri. Per una volta, era stato Handel ad avere le conoscenze giuste.
– Voglio che la lucertola lo ammetta. – La trasmittente della tuta sputò nell'orecchio di Cinde la voce distorta e gracchiante dell'uomo. – Io sono utile. E non solo quando si tratta di sparare...
– ...o di brontolare? – Completò l'altra voce, quella dell'Arturiano, che incredibilmente risultava nitida.
– Smettetela, voi due. – Cinde toccò il lungo becco della maschera che filtrava l'aria: quel casco era la cosa più scomoda che avesse mai indossato, e comunque non riusciva a isolarla dagli onnipresenti colpi di tosse, dai lamenti e dall'odore acre e nauseabondo di piscio, peste e pasticche. – Un po' di contegno. Dobbiamo incontrare il Supremo Valetudinario.
Come ogni mestiere a Lazarus, anche il governo era retto dai malati. Il Supremo Valetudinario era la massima autorità, coadiuvato dal Consiglio dell'Ultimo Respiro. Erano tutte cariche a vita, eppure non era una sorpresa che cambiassero volto con più frequenza di un qualunque altro governo.

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