sabato 16 giugno 2018

Zagaglia

Ci sono così tanti termini relativi alle armi che è impossibile conoscerli tutti, però quando si scrive di una battaglia è necessario usare quello più appropriato... non si può certo narrare che "Il vichingo sollevò con entrambe le mani una spada che era più lunga e più pesante di quella dell'amazzone"!

Zagaglia [za-gà-glia] s.f. (pl. -glie) Specie di corta lancia con asta di legno od osso e punta di ferro, in uso presso alcune popolazioni primitive.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Scrivere di una zagaglia già di per sé definisce una certa ambientazione, a meno di non trasportarla al di fuori del suo contesto, in un museo ad esempio, o come paragone per definire un'arma di fortuna più moderna costruita con un coltello e un manico di scopa. Ho preferito restare nel suo ambito, e inoltre mi sembrava giusto proseguire con la zeta ciò che avevo iniziato con la A di Aruspice.


Endi si aggrappò alla zagaglia, la puntò a terra e risalì l'asta con le mani, nello sforzo di rimettersi in piedi. C'era qualcosa di sbagliato nel gruppo che scalava il crinale in direzione della grotta. Prima di tutto non portavano alcuna preda, come se la caccia fosse finita nel peggiore dei modi. Il clan non poteva permettersi un'altra stagione di bacche e radici. In secondo luogo proseguivano lentamente, al limitare della foresta, in un caotico percorso a zig-zag tra i tronchi dei pini.
Endi provò a contare i cacciatori che si avvicinavano e si accorse di qualcos'altro che non andava. Stavano tornando più persone di quante ne erano partite. La sentinella non attese che si avvicinassero abbastanza da riconoscerli e diede l'allarme.
Intrusi!
Il grido risuonò lungo i cunicoli che affondavano nella montagna, e ben presto Sachara spuntò dall'imboccatura della grotta, circondata da un manipolo di veterani segnati da cicatrici e di bambini che non avevano ancora superato il loro Giorno della Prova, tutti armati di zagaglie, archi e cerbottane.
Endi indicò i guerrieri ai margini della foresta. Sachara digrignò i denti. La tribù oltre la pianura aveva scelto il momento peggiore per attaccare, proprio quando i guerrieri erano lontani per la caccia. Ma quella era casa loro, conoscevano ogni palmo di quelle grotte e di quella montagna, e tutto il clan avrebbe lottato per sopravvivere. Persino le madri e gli aruspici, se fosse stato necessario.
Sachara urlava ordini ed Endi, stretto alla zagaglia, zoppicò dove lei gli diceva di andare. Avrebbe fatto la sua parte, non importava quanto difficile fosse. Ciò che Chu aveva detto per consolarlo era vero: una sentinella ferita restava pur sempre una sentinella.
Era contento di non aver rispettato gli ordini degli aruspici, che lo volevano trattenere per i riti della guarigione, e di essere invece uscito ad attendere il ritorno di Chu e degli altri.
Forse, quel giorno, i suoi occhi avrebbero salvato il clan.

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