giovedì 21 giugno 2018

Il narratore è un personaggio

Seguimi per qualche istante. Ti chiedo di soffermarti su queste parole:
Il narratore in prima persona coincide con un personaggio della storia. Il narratore in terza persona no. Non è nessuno, è una voce fuori campo, uno stratagemma dell'autore per raccontare la vicenda da un punto di vista neutro, impersonale. Non è da confondere con l'autore. Ma non è nemmeno un personaggio, neanche quando narra la storia focalizzandosi su uno solo di loro, del quale conosce tutto, perfino i pensieri. Questo tipo di narratore non esprime giudizi e non si intromette; il suo compito è di limitarsi a mostrare, e per questo dev'essere il più possibile trasparente, invisibile agli occhi del lettore.
Sei d'accordo con queste affermazioni? Se la tua risposta è no, in che modo consideri i narratori in prima e terza persona? Ti è mai capitato di chiederti, in un libro che hai letto, chi sia colui o colei che ti sta accompagnando nel mondo descritto tra le pagine?

Una volta, la mia risposta alla prima domanda era un sì. Solo un paio di anni fa credevo che il narratore in terza persona fosse il più facile da gestire. Per raccontare in prima persona devi conoscere bene un personaggio, entrare nella sua testa, sapere come si esprime e scindere ciò che sa della vicenda narrata da ciò che in un dato momento non può conoscere. È una fatica, a volte, trovare per lui o per lei una voce unica e appropriata, e mantenerla pagina dopo pagina.

Nel narratore in terza persona non vedevo nulla di tutto questo. La massima difficoltà a mio parere consisteva nel far in modo che non spiccasse e che non portasse all'interno della storia valutazioni e idee che appartenevano a me o a uno dei personaggi. Oggi so che è una missione impossibile. Come le inquadrature di un film o il suo ritmo rivelano a chi lo conosce il suo regista, così la scelta di una parola invece di un'altra, la sequenza delle scene, la decisione su cosa raccontare e cosa omettere parla non solo di te, ma anche della persona o della creatura che hai eletto a narratore. Qualsiasi parola, per il semplice fatto di essere stata usata in quel punto di quella frase, esprime un giudizio e rivela le conoscenze della voce narrante. Una metafora al posto di un'altra può costituire un'enorme differenza.

Di questo, come scrivevo, non ero consapevole fino all'anno scorso... l'anno che ha cambiato radicalmente il mio modo di intendere il narratore in terza persona. Considera ora queste frasi:
In prima o in terza persona, il narratore è qualcuno. Il narratore è un personaggio interno alla storia che sta parlando, o scrivendo, a uno o più degli altri. Può non essere un personaggio comune ma chiunque sia, devi capire di chi si tratta. Solo così potrai sapere quali parole, modi di dire, dettagli della storia appartengono al suo modo di raccontare e quali no.
Questa maniera di intendere il narratore oggi è entrata a far parte dei miei "attrezzi" da scrittore, ma la prima volta che l'ho seriamente considerata è stata una rivelazione. La pulce nell'orecchio me l'ha messa dapprima un corso di scrittura creativa, con un appunto sulla correzione di un testo che mi ha lasciato confusa e piena di dubbi. Poi è arrivato M. Kirin, che con uno dei suoi video (provvidenziale in questo caso) ha risposto alle mie domande. Questa più o meno una parte del suo discorso:
Chi è il tuo narratore? Come lettore puoi non sapere chi sia, ma uno scrittore lo sa. Prima di iniziare a scrivere, chiediti: chi sta raccontando la storia? A chi? Per quale motivo? Nel caso di un narratore in terza persona, non è necessario che sia umano, né che qualcuno a parte te conosca la risposta, ma devi capire chi è. Anche nei casi più estremi. Se il tuo narratore è onnisciente, si tratta forse di un dio? Di un mostro dalle profondità dello spazio? Di un fantasma? Della madre terra? Oppure di un telepate (questa è una mia aggiunta)?

Bene. Avevo scritto "qualche istante", non ti tratterrò oltre. Eccola qui, la mia grande scoperta dell'anno scorso, quella che mi ha indotto a rivedere tutto un romanzo scritto in terza persona per assicurarmi che il narratore fosse effettivamente "qualcuno" e che fosse coerente dall'inizio alla fine. Ed è anche il motivo che mi ha convinto, lo scorso NaNoWriMo, che il narratore in terza persona non andava bene per quell'altra storia, e che un'alternanza delle voci dei due protagonisti era più indicata (perché mai il dio/forza cosmica panteistica venerato dalla gente di lei dovrebbe raccontare la storia dal punto di vista di lui? Avrei dovuto capire prima che c'era qualcosa che non andava!).

Non so se può essere altrettanto rivoluzionaria per te quanto lo è stata per me, ma in attesa della prossima grande scoperta, perché non fai un tentativo assieme a me? L'esercizio lo conosci, a te la penna o la tastiera!

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