giovedì 24 gennaio 2019

Recensione: "Believeland - Le gemelle" di Noemi Villari



Titolo: Believeland - Le gemelle

Autore: Noemi Villari

Casa editrice: Lettere Animate Editore

Data di pubblicazione: 25 novembre 2016




L'avevo annunciata, ed eccola qui! La mia prima recensione per la Piuma Tramante!
Prima di cominciare, tre avvertimenti:
1) Questa, come ogni altra recensione, è almeno in parte basata su preferenze e gusti personali. Ciò che io ritengo un elemento di pregio potrebbe essere un difetto agli occhi di qualcun altro, o viceversa.
2) Se preferisci evitare gli spoiler, leggi solo la recensione in breve che trovi all'inizio.
3) La versione del romanzo che ho avuto sottomano io è, purtroppo, una vecchia edizione che è stata successivamente rivista e corretta. Pur tenendone conto, non posso recensire qualcosa che non ho letto, dunque i miei appunti si riferiscono necessariamente a quella vecchia versione.


Recensione in breve


La fretta è una cattiva consigliera... ma a volte si può rimediare

Punti di forza: ho apprezzato il fatto che sia ambientato in Italia, che l'autrice non abbia ceduto al fascino di una locazione straniera, prevalentemente americana, che affligge i giovani autori. Nella parte di fantasia sono molto curate le architetture, con l'ideazione di alcune stanze dalla funzione particolare, e l'inserimento di una razza originale. Ottimo il colpo di scena finale che apre la via a un possibile seguito. Vale la pena di leggere i ringraziamenti, scritti (nella vecchia versione) molto meglio rispetto all'intero romanzo. Dai capitoli di estratto ho notato le correzioni rispetto al vecchio testo: finalmente un editing come si deve!
Punti di debolezza: nella versione che ho potuto leggere io... refusi a non finire. Tolti questi, che di sicuro sono stati corretti, a meno che non siano stati apportati anche grossi cambiamenti alla trama rimangono i problemi che ho notato nella versione precedente. Ovvero alcune incoerenze che rendono parti della storia e personaggi poco credibili, e caratteristiche della razza inventata dall'autrice che vengono dimenticate qua e là, o del tutto trascurate. Il classico triangolo amoroso che, almeno per quanto mi riguarda, ormai ha stancato. Sostanzialmente non si eleva rispetto ad altri romanzi young adult dei quali riprende gli elementi.
Lo consiglierei a... nessuno. Ma questo perché posso basare il mio consiglio solo su quanto ho letto nella vecchia versione, e quanto ho letto era un pessimo biglietto da visita di un'autrice che sicuramente può fare di meglio.

Piume Totali: 🌾🌾🌾🌾🌾 5 su 10


Se vuoi evitare ogni spoiler, questo è l'ultimo avvertimento: fermati qui. Altrimenti prosegui pure, e scopri quali elementi del testo mi sono piaciuti, quali no, e che valutazione (da 0 a 2 piume) ho assegnato a ciascuno di essi.



Stile

Una formattazione dei dialoghi completamente sbagliata, punteggiatura da fumetti, uso delle preposizioni e dei tempi verbali errati in particolare nel caso dei congiuntivi, refusi da distrazione come parole ripetute o lettere sfuggite alla tastiera, frasi poco scorrevoli e uno smodato utilizzo delle parentesi a interrompere il flusso della narrazione sono solo alcuni dei problemi che mi hanno rovinato l'esperienza di lettura, distogliendomi dalla storia per rendermi consapevole, in quasi ogni pagina del romanzo, delle parole scritte (sbagliate) sullo sfondo bianco.
Nulla che sia tale da rendere il testo incomprensibile, ma comunque fastidiosissimo e ben al di sopra del numero di refusi che posso tollerare in un libro stampato. E pensare che sarebbe bastato un semplice passaggio di revisione da parte di un correttore di bozze, o più attenzione da parte dell'autrice, per sistemare la maggioranza questi problemi. Così com'è, nella versione che ho letto, non sarebbe dovuto arrivare agli occhi del pubblico: è un pessimo biglietto da visita per un'autrice che, ne sono certa, può fare di meglio. Basta leggere la parte finale dei ringraziamenti, in cui ammette candidamente di aver riscritto per intero in pochi mesi una storia che aveva ideato nella sua infanzia, e confrontare quel brano con il testo del romanzo. Nessun errore in quelle ultime pagine, scritte in uno stile molto più fluido, che rivela una voce fresca, gradevole e a tratti divertente.
Esattamente il modo in cui avrei voluto leggere il romanzo.

Piume per lo Stile: 🌾



Trama

La trama si basa quasi tutta sul fatto che una ragazzina, con un potere che la rende praticamente una dea nella comune realtà e che non ha remore a usare su parenti e amici, riesca a fregare un governo totalitario composto da creature anche più potenti e abili di lei nell'uso di quel potere, tenendo nascosto a una schiera di telepati un piano a cui non smette mai di pensare. DAVVERO POCO CREDIBILE. Viene da chiedersi come abbiano fatto quei tizi a mantenere il potere politico così a lungo.
L'idea del mondo parallelo, sebbene non sia nuova, non era male, e le premesse su cui si basa Believeland sono interessanti. Peccato che la trama prosegua tra scene che non hanno spiegazione se non quando sono ormai dimenticate (la vecchietta malefica... che potrei sbagliare, ma sembra quasi una sorta di rivalsa sulla pagina per un evento davvero accaduto), deus ex machina che compaiono proprio al momento giusto, senza nessun tipo di anticipazione (mai lavato i vetri del palazzo fin quando non è servito per la fuga della protagonista!), le riflessioni con tanto di morale pseudo-educativa un po' forzata nel confronto tra i due mondi (gli effetti collaterali dei medicinali, il governo che controlla l'informazione, la dipendenza da social network), e le immancabili sequenze piccanti infilate qua e là.
Gli ingredienti del romanzo young adult ci sono, prevedibilmente, tutti: dalla protagonista senza famiglia o quasi, più in gamba di qualsiasi adulto della sua vita, che si scopre essere una principessa e che nonostante la dichiarata bassa autostima, attira lo sguardo di tutti i ragazzi e l'invidia delle ragazze, al bel tenebroso che la conquista al primo sguardo, fino al triangolo amoroso con l'amico d'infanzia, che fortunatamente però si risolve in maniera diversa da quella a cui il genere mi ha abituata.
Ed è proprio il finale ciò che mi ha fatto rivalutare una trama fin troppo sfilacciata. Non la scelta di Alessia, che comprensibilmente ha preferito un mondo in cui ha più potere di chiunque altro a quello in cui sarebbe stata relegata al ruolo di principessa-marionetta nelle mani di un consiglio di eminenze grigie, per quanto incapaci di tenerla sotto controllo. Ma quella rivelazione, lì all'ultima pagina. Quella che apre la strada a un possibile seguito. Da una parte, non me l'aspettavo. Dall'altra, se ciò che ho intuito dovesse rivelarsi corretto, almeno in questo caso le premesse per comprendere quel colpo di scena e il suo senso all'interno della trama ci sono tutte, e vengono ribadite più volte, così che non ci si arriva avendo dimenticato quel particolare evento nella vita della protagonista.

Piume per la Trama: 🌾



Personaggi

Di solito, quando i personaggi sono scritti bene, ce n'è almeno uno che spicca ai miei occhi e al quale mi affeziono più che agli altri. In questo romanzo non ce n'è stato nessuno.
Non Alessia, la protagonista, che a tratti sembra sociopatica per la sua propensione a manipolare il prossimo "per il loro bene", per il suo bisogno di essere quella che conduce il gioco in ogni caso, anche in amore, e per la sua assoluta mancanza di reazione agli eventi del finale. Posso capire l'adrenalina e il fatto di essere in pericolo, lì, sul momento. Ma dopo, a freddo, mi sarei aspettata da parte di una persona normale, se non una sindrome post-traumatica da stress, che sia perlomeno un pochino scossa da quello che è stata costretta a fare. E invece no, Alessia non ci ripensa nemmeno una volta e il suo unico incubo, se tale è stato, ha per tema la gelosia nei confronti di un ragazzo.
L'amico d'infanzia Daniele... è troppo ovvio in quello che sta facendo, e perché, per risultare interessante. E stranamente, l'unica che non lo capisce è Alessia: lo sanno tutti, lettore compreso, tranne lei. Con il bel tenebroso Derek va già un po' meglio, almeno non è così scontato, e quando infine le sue motivazioni vengono rivelate quasi mi fa un po' pena: è il personaggio che viene trattato più ingiustamente, e non ha nemmeno (per ora) una vera possibilità di redenzione. Sì, forse Derek è quello che mi ha convinto un po' più degli altri, anche se non del tutto.
La maggior parte dei personaggi secondari ricadono nella categoria dei "buoni come il pane", incapaci di agire senza l'aiuto di Alessia (Ilda, Agata, la stessa madre della protagonista). In alcuni casi non sembrano nemmeno avere una vera e propria personalità, e ho l'impressione che siano solo artifici narrativi per spiegare al lettore le caratteristiche dell'ambientazione. Un esempio su tutti, Sammy: pur essendo un bambino piccolo, è impossibile che non abbia mai sentito parlare della Maledizione che è un elemento così pervasivo del suo mondo da prima che nascesse, costringendo così un adulto a informarlo. Come se un bambino oggi, in Italia, non sapesse che esistono i cellulari. Può non sapere come funzionano, e chiederlo, ma di certo non vivrà ignorandone l'esistenza
Sui cosiddetti "Saggi" alla guida del governo di Believeland e su quanto poco siano credibili ho già speso qualche parola, ma vorrei aggiungere un ultimo appunto circa l'idiozia del loro operato. Conoscono tutte le regole del loro mondo. Una di quelle regole è che se ci credi abbastanza, e se lo fai credere ad altri, quello in cui credi diventa reale. E hanno i mezzi per diffondere qualunque idea direttamente nella testa degli abitanti del loro mondo. Quindi, perché diavolo mettersi nelle mani di un alleato esterno, qualcuno che può tradirli o che non può essere controllato, in cambio di qualcosa che possono creare loro stessi semplicemente instillando l'idea che esista?
Erika/Percy, in questo, risulta molto più furbo di loro, sfruttandoli a suo vantaggio. Peccato che come cattivo non sembri così spaventoso dato che Eric, un semplice umano, non ha alcun problema a sgridarlo e trattarlo anche piuttosto male.

Piume per i Personaggi: 🌾



Ambientazione

Vale la pena di distinguere le due ambientazioni in cui è suddiviso il romanzo, la parte che si svolge nella realtà, e la parte che si svolge a Believeland, un mondo fantasy parallelo.
Per la parte di realtà ho gradito la scelta di ambientare la storia in Italia, scelta che resta coerente nell'uso dei nomi dei personaggi e nelle situazioni riconoscibili da un lettore italiano (l'autobus affollato, compagno dei miei giorni di liceo!). Le descrizioni dell'ambiente però mi sono sembrate un po' lacunose, raramente c'è una solida base per riuscire a immaginare di vedere, sentire, annusare o toccare la realtà che la protagonista racconta.
Per quanto riguarda Believeland, ho trovato interessanti le spiegazioni sull'architettura particolare del luogo e i dettagli come stanze e corridoi con funzioni speciali nel palazzo.
Il punto dolente dell'ambientazione è la magia, che quando viene spiegata solleva più interrogativi di quelli che risolve. Se esiste un incantesimo di traduzione attivo su tutta la terra di Believeland, come mai il nome di questa terra non viene tradotto in italiano per Alessia? E che lingua sentiranno, e quindi impareranno a parlare, i figli nati a Believeland da genitori di lingua madre diversa?
Inoltre in diverse parti ho avuto l'impressione che il linguaggio non fosse molto coerente con l'ambientazione, dall'uso del lei a una lettera alla futura principessa che inizia con "Gent.ma Alessia" e termina con "Cordiali saluti", fino a un messaggio telepatico universale che si conclude con un "ci scusiamo per l'interruzione, buonanotte", sembra tutto troppo affine alla nostra realtà, o a certi ambiti di essa.
Per quanto riguarda le razze, non mi sono piaciute le fate, troppo sdolcinate e alquanto fastidiose, ma... questione di gusti. Si sa, per le fate ho un debole, e quando sono ridotte a farfalline innamorate mi piange il cuore e mi calano le ali.
Originale invece l'ideazione degli Elfel, un ibrido tra elfi e angeli, peccato che le qualità elfiche, salvo per una scena priva di conseguenze e mai più nominata, si limitino alla caratteristica estetica delle orecchie a punta. La commistione poteva essere sfruttata molto meglio. Molto più utilizzate sono le ali da angelo, quando non vengono dimenticate per permettere alla protagonista di sdraiarsi sulla schiena o di sfilare velocemente un vestito da sopra la testa. Non voglio nemmeno pensare alla logica di quell'operazione con ali così grandi e ingombranti. A meno che il vestito non fosse aperto sul retro, sotto.... no, non ci voglio pensare!

Piume per l'Ambientazione: 🌾



Altro

Come spiegato all'inizio, rispetto alla versione che ho io, sul romanzo è stato fatto un lavoro di editing, perciò non so quanto di questa recensione di sia ancora valida per il testo aggiornato. Ho potuto confrontare solo l'estratto fornito da Amazon dei primi capitoli, e ho notato con piacere che i dialoghi hanno finalmente una formattazione normale, e che i refusi e i tempi verbali su cui mi era caduto l'occhio sono stati corretti. Peccato per chi come me ha avuto fretta di ricevere la sua copia, e magari trova il tempo di leggerlo solo dopo anni... ma almeno, chi si avvicina adesso al libro può averne una copia decente e leggibile.

Piume per qualcos'Altro: 🌾

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