sabato 9 febbraio 2019

Offa

In origine, ai tempi dell'antica Roma, questo termine indicava una focaccia a base di farro, usata come offerta sacra agli dei o agli auguri che la usavano per fare una predizione. Come sia passato da questo al significato attuale è facile da comprendere.

Offa [òf-fa] s.f. Compenso, dono o promessa che si fa a qualcuno per acquistarne la benevolenza.

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Tra i personaggi che affollano le mie storie è fin troppo facile trovare qualcuno da associare a questa parola. Potevo scegliere i due tizi dai capelli verdi di Amnesia, o il drago di Anna, o il gruppetto eterogeneo dei Fratelli degli Alberi, o le due sacerdotesse Lyla del Vento e Vesta Custode del Fuoco, oppure la misteriosa Sara dei Sortilegi con la sua capacità di predire la sorte. Ma se mi conosci, saprai già che le soluzioni più ovvie non sono le mie preferite, quindi non ti sorprenderà scoprire che la protagonista di questo brano è la più improbabile tra personaggi a cui offrire un'offa.


Quando si sparse la voce, quando la gente iniziò a fare collegamenti tra le persone scomparse e come queste avevano trattato Nina, una fila di supplicanti giunse a bussare alla sua porta.
Nina non se lo aspettava. Non sapeva come comportarsi. Era stata invisibile durante gli anni della sua infanzia, quando sua madre lavorava dieci ore al giorno e suo padre era fuori casa ad ubriacarsi. In seguito, dopo l'incidente, era stata invisa, offesa o umiliata come se ciò che era successo al quartiere fosse stata una sua colpa. Ma quelli che lo facevano tendevano a non restare in giro. E, a quel punto, la gente aveva capito.
Le famiglie andavano a trovarla in gruppo, recando un'offa per assicurarsi di non essere il bersaglio della polvere gialla. Erano convinti che Nina la controllasse, o che potesse intercedere per loro, dal momento che era credenza comune che la polvere gialla fosse tutto ciò che era rimasto di Dora, la madre di Nina.
I suoi coetanei, che prima non erano mai stati suoi amici, facevano a gara per ottenere la sua attenzione. Si mostravano gentili, le compravano regali, qualcuno si offriva volontario per farle i compiti o passarle le risposte durante una verifica. I ragazzi la corteggiavano nella speranza prima o poi di poter condividere il potere che la gente le aveva attribuito.
Ma le presenze più oscure che si erano affacciate nella vita di Nina erano i visitatori solitari, quelli che arrivavano dopo il crepuscolo, portando la loro offa non per cercare protezione, bensì per assicurarsi il favore di un sicario invisibile, implacabile, e impossibile da rintracciare.
Il padre di Nina aveva cercato di convincerla ad accettare quelle offerte, molto più consistenti di quelle diurne. Ma Nina rifiutava sempre, e questo lo rendeva ogni volta più perplesso e più rabbioso.
Nessuno di loro sapeva quante volte Nina si lavasse le mani dalle tracce di polvere gialla, quanta ne respirasse durante il sonno, né dei miei piani per fare di lei ciò che io non ero potuta diventare.

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