sabato 16 febbraio 2019

Panegirico

Questa è una di quelle parole che ha aggiunto a una definizione antica, seria e illustre, una seconda più recente il cui senso è una versione ironica di quella originale. Occorre quindi fare attenzione quando la si usa, perché si rischia di essere fraintesi.

Panegirico [pa-ne-gì-ri-co] s.m. (pl. -ci) 1. Nella letteratura greca e latina, orazione elogiativa o celebrativa in onore di personaggi illustri; in quella cristiana, scritto o discorso in lode di un santo. 2. fig. Apprezzamento altamente positivo, lode incondizionata o eccessiva, esagerata.

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Maizorean Lunandi-Xares, il re degli oratori ampollosi, mi è sembrato fin da subito il personaggio più adatto per illustrare la parola "panegirico". Peccato che ci sia stato un intoppo, e che Kal Tydas gli abbia rubato la scena relegandolo al ruolo di comprimario. Il solito bandito!


Alcuni di noi sono bravi a vivere dopo. Il mio amico Maiz, ad esempio, era fatto apposta per sopravvivere. Un pessimo guerriero, ma l'uomo perfetto per celebrare una vittoria. Io no.
Per me non era stato facile la prima volta, quando credevo che lei fosse morta, ed era quasi impossibile la seconda, quando lo sapevo per certo. Il tempo che ci era stato regalato era solo servito a farmi più male. E odiavo quando chi non l'aveva conosciuta si riempiva la bocca del suo nome. Night Shamyan, l'eroina della battaglia della Dama di Roccia.
Lei non c'era nemmeno arrivata, a quella battaglia.
Maiz mi aveva convinto ad accompagnarlo alla cerimonia con la scusa che avrei avuto una fornitura illimitata di bevande con cui sciacquarmi la bocca mentre raccontavo aneddoti sulla famosa Night e su come avevamo sconfitto i falsi dei. E per un po' era stato divertente: non avevo mai visto tanti Kalaan a sud di Kalaanira. Mi ero goduto lo spettacolo dei miei compaesani che borseggiavano e truffavano allegramente i bravi cittadini della capitale. Mi ero anche infilato in una rissa. Sì, davvero divertente.
Poi, calata la sera, Maiz mi aveva trascinato all'anfiteatro dove mi aveva messo in mostra assieme agli altri sopravvissuti dell'avanguardia, i cosiddetti eroi che si erano infilati nelle grotte alla ricerca della Bestia. E mentre me ne stavo di fronte alla folla curiosa, con più alcol in corpo che sangue, Maiz attaccò a declamare un panegirico infinito sul coraggio e sul sacrificio e sull'onore e sulla bellezza di lady Nightingale che ci aveva ispirato a compiere quell'impresa eroica, a dare perfino la vita in difesa dell'umanità. Lui parlava e parlava e parlava; io, invece, mi chiedevo soltanto se avrei preferito andarmene a vomitare in qualche vicolo, o se non fosse più gratificante prendere a pugni la sua famiglia, quella che non aveva esitato a sacrificare Night ai falsi dei, e che se ne stava a pavoneggiarsi in prima fila come se Maiz, nel suo panegirico, stesse parlando di loro.

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