lunedì 27 aprile 2020

Raccontami una storia


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


– Dai, raccontami una storia!
Ogni volta che sento pronunciare questa frase, magari in un film alla tivù, o che la leggo in un libro, il mio primo istinto è quello di scoppiare a ridere. Rido perché, immancabilmente, la storia che segue questa richiesta è una favoletta demenziale piena di animali parlanti, di principi e principesse che alla fine si sposano e di draghi malvagi che vengono uccisi: una storia inventata in cui alla fine il bene trionfa e con una morale stucchevole alla quale i bravi bambini dovrebbero prestare attenzione.
Io non ho mai avuto storie del genere.
Mio padre fin dall'inizio mi ha raccontato la verità, per quanto sgradevole e incredibile che fosse: i draghi sono reali, immensamente longevi, e la loro ira sopravvive altrettanto a lungo.
Ho la sventura di essere nata in una famiglia speciale, discendente da un drago ctonio, un signore della terra e del fuoco che come tutte le creature che si ritengono superiori non gradisce l'onta di avere per parenti degli ibridi, frutto di un errore di gioventù e di una scommessa, da quanto si racconta nella mia famiglia; in particolare ha in odio gli ibridi umani, il cui sangue, generazione dopo generazione, annacquava sempre di più la magia del fuoco che da lui avevamo ereditato. Figuriamoci poi io, che avevo per madre una Naiade, una ninfa dell'acqua, quanto potevo aver letteralmente annacquato quel potere.
Quindi, sapevo della furia del drago e di come avesse decimato i miei parenti fin da bambina, ma non avevo mai capito quanto grande fosse questo pericolo per me fino al giorno in cui non avevo cercato di andare da mia madre. Lei, al pari del nostro illustre antenato, proveniva da un altro mondo, un mondo che definire "del mito e delle favole" sarebbe stato un imperdonabile errore, un mondo dal quale per il nostro stesso bene eravamo esuli volontari. Se la mia famiglia non si era del tutto estinta secoli fa, lo dovevamo al fatto che i draghi non possono viaggiare tra i mondi, e dunque il nostro antenato si era limitato a mandare dei sicari a darci la caccia, creature letali ma non spaventose quanto lui, né infallibili. Ma se i draghi non possono viaggiare tra i mondi, le Naiadi sì, e per loro è facile quanto immergersi in un lago e riemergere dall'altra parte. Sfruttando la magia che avevo ereditato da lei, andai a cercare mia madre quando smise di tornare.
Se sono sopravvissuta a quel viaggio, lo devo a mio padre. Lo devo alle sue storie terrificanti, ma vere, su un altro mondo che è tutto fuorché un regno delle fiabe.
Mio padre mi ha raccontato la vera storia della mia famiglia perché solo la verità avrebbe potuto salvarmi la vita.

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