giovedì 2 aprile 2020

Un incipit per due personaggi


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Foto di Helena Lopes da Pexels

 
Come sono arrivata qui dove sono ora? La risposta è in una sola parola: mentendo.
E non intendo le piccole, innocenti bugie che inventano tutti i duevite, "ero distratto", "no, scusa, stavo pensando, dicevi?", quelle frasi che usiamo per coprire i nostri momenti di assenza, perlomeno nella realtà in cui la nostra esistenza non è un fatto risaputo. E nemmeno mi riferisco alla tinta dei miei capelli, un azzurro non naturale ma frutto di un chip-colore, il primo di una lunga serie di lussi che mi sono guadagnata con le mie forze.
No, io sto parlando di quell'unica, enorme bugia detta a me stessa quando ancora non ero nessuno, quella che mi ha aperto le porte di un'avventurosa e remunerativa carriera tra i Bollatori, i cacciatori di taglie di Hetra. Quella che le persone come me, con la stessa anima divisa tra due corpi in due mondi separati, non dovrebbe nemmeno osare pensare: "Chi se ne frega di quell'altra vita, di là potrei anche morire, io voglio questa".
Be', era stato bello, finché era durato. Finché non ho perso tutto anche in questa, finché non sono passata da una vita da eroe a un'esistenza da rinnegata.
Ora sappiamo che morire in una vita equivale a non svegliarsi più nell'altra.
E io mi sono ritrovata da sola, braccata, in fuga, e nella vita sbagliata. 
 
 
Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
 
 
Come sono arrivata qui dove sono ora? La risposta è in una sola parola: mentendo.
Anche se le mie, più che vere e proprie bugie, si potrebbero definire un adattamento della realtà al modo in cui io preferisco vederla. A mio vantaggio, s'intende. Per divertimento, o per profitto.
D'altra parte, la sincerità è sopravvalutata, e a dire la verità sono capaci tutti. Anche il più stupido tra gli stupidi può riuscirci. Ma per mentire, oh sì, e soprattutto per saperlo fare bene, ci vuole tanta fantasia, intelligenza e memoria.
Mentire è un'arte.
Un'arte che so padroneggiare alla perfezione, e diventare qualcun altro per me è facile e naturale quanto respirare. Ho avuto il migliore tra i maestri, ma finora non avevo capito che il Corvaccio non aveva saputo prepararmi a una sola cosa: un uomo che non desiderava niente per sé.
È così che è riuscito a mettermi in trappola.
E ora mi trovo a servire come mozzo sulla sua nave, ma se crede di aver vinto, si inganna. Lui pensa che io abbia barattato la libertà per la mia vita. Ma io qui sono solo di passaggio, e lo capirà il giorno in cui io scoprirò cosa lui non desidera avvenga.
È la solita vecchia storia del bastone e della carota. Quell'uomo può non volere nulla, ma di sicuro deve esistere qualcosa che lui non vuole.

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