sabato 2 maggio 2020

Bolide


Bolide [bò-li-de] s.f. 1 astr. Corpo celeste proveniente dallo spazio interplanetario che a contatto con l'atmosfera terrestre diventa incandescente per attrito; meteorite. 2. Oggetto dotato di grande velocità; in particolare riferito alle automobili da corsa.

Etimologia: deriva dal greco bolís, che significa "dardo, saetta", dalla radice di bállein, "scagliare".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Mi ricordo di quell'ultima notte felice. Stavamo sfrecciando a tutta velocità, con il nostro bolide lanciato su una strada deserta nella vastità della pianura nordamericana, quando alzai gli occhi e vidi la prima scia tra le stelle. Fu come gettarsi a capofitto in un déjà vu, perché io una situazione del genere l'avevo già vissuta. Quella non era una stella cadente, un semplice e naturale bolide celeste, ed era solo il primo di molti.
Cometh, alla guida, non alzò gli occhi, ma me lo lesse nella mente. – È cominciato – disse soltanto. Asciutta, laconica, come sempre.
Le strinsi la mano appoggiata sul cambio e ci scambiammo un brevissimo sguardo. Eravamo assieme, proprio come in quella notte di moltissimo tempo prima, a casa, la nostra vera casa oltre le stelle.
Allora, l'invasione iniziò senza che ce ne rendessimo conto. Ma stavolta eravamo preparate.
Sapevamo da anni che stavano arrivando, e avevamo fatto tutto il possibile per preparare questa terra all'imminente pericolo. Avevamo messo in salvo molte persone, e armato quelli che erano rimasti. E avremmo combattuto assieme a loro, fino alla fine. Non eravamo nate qui, però la Terra era diventata per noi una seconda casa, e l'avremmo protetta come avevamo fatto per Earanphies.
Anche senza una profezia alle spalle a garantirci il successo.
Gettai la testa all'indietro e osservai le scie di altri bolidi striare l'oscurità. Era un vero e proprio spettacolo, e dalla Corvette della mia compagna, il mio fuoco gemello, dava l'impressione di una pacifica meraviglia della natura. – Sai, Com, potrei quasi definirlo bello, se non sapessi che un cielo del genere significa morte per tutto ciò che vive.
– Kindra – mi rimproverò lei, mentre rallentava e faceva inversione. – Non rilassarti troppo. Abbiamo del lavoro da fare.
Sospirai. Aveva ragione, naturalmente. Rientrammo alla base, dove tutti erano già in allerta e dove Juste sbraitava ordini, e per molto tempo mi dimenticai di cosa fosse la pace.

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