sabato 1 giugno 2024

Koinè

Koinè [koi-nè] o coinè s.f. inv. 1. Lingua comune, basata sul dialetto attico, diffusa nelle regioni del Mediterraneo centro-orientale come strumento di comunicazione a partire dal sec. IV a.C.. 2. estens. Lingua comune in un determinato territorio. 3. fig. Unione, affinità.

Etimologia: dal greco koinē, femminile dell'aggettivo koinós "comune", con sottinteso diálektos, "lingua".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Jessie Marsden sapeva che qualcuno sarebbe passato a prenderla. Lo sapeva fin da quando si era sparsa la voce che la Caravella aveva agganciato una scialuppa. Non erano rimasti in molti a saper parlare l’Ilnova, o Esperanto delle stelle, a bordo della nave generazionale; ed era impossibile che i nuovi arrivati conoscessero la particolare koinè che si era sviluppata tra i passeggeri della Pinta, un’insalata di lingue terrestri che ben rappresentava il loro gruppo eterogeneo. Una base comune di inglese faceva da collante a una variegatura di spagnolo e francese, a una spruzzata di russo condita da un pizzico di hindi, guarnito a sua volta da una glassa di mandarino e giapponese e accompagnato da quel tanto che bastava di tedesco. Poteva contenere tracce di italiano e chissà cos’altro: a quel punto era difficile ricordare a quale lingua fosse appartenuta quale parola.
Jessie aveva imparato da sua madre, oltre alla lingua comune, anche l’Ilnova; ma più come una sorta di esercizio intellettuale che per necessità, e quella conoscenza le era valsa un posto come “addetta alle comunicazioni con l’esterno”, un lavoro noioso ma ben remunerato. Era la prima volta in dieci anni che le sue capacità erano richieste.
– Sono qui per i passeggeri della scialuppa – disse all’infermiera quando il tenente Herman Stone, che l’aveva accompagnata fin lì, la mollò e fece dietrofront senza darle ulteriori informazioni.
– La passeggera – la corresse l’altra. – Stanza 3B, questa è la chiave magnetica. Abbiamo fatto tutti gli accertamenti del caso, è umana, non dovresti avere problemi, salvo… ah, le abbiamo mostrato delle immagini. Foto di alieni. Da quanto abbiamo capito… sembra sia stata cresciuta dai Rijihl.
– Non vedo come sia un problema. Anzi, semplifica le cose. Almeno non rischio di offenderla per sbaglio.
L’infermiera ridacchiò nervosamente mentre la lasciava. Aperta la porta, Jessie si ritrovò di fronte a una ragazzina sparuta seduta sul letto, che la fissò con un sorriso sfrontato e le disse, in Ilnova: – Era ora che venisse qualcuno a darmi il benvenuto in questo schifo di nave! Tutto qui il comitato di accoglienza?
– Ha parlato la regina dell’universo – ribatté Jessie, ricambiando il sorriso. – Quella che è arrivata in una capsula di salvataggio tenuta insieme con la bava di Gluak!
La ragazzina ghignò compiaciuta e si accinse a replicare con un’invettiva sarcastica. Oh sì, Jessie non vedeva l’ora di insegnarle la koinè della nave. Ci sarebbe stato da divertirsi.

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