sabato 27 luglio 2024

Abiura

Abiura [a-biù-ra] s.f. Ritrattazione pubblica di una fede, di una teoria, di un'ideologia; apostasia, rinnegamento.

Etimologia: dal verbo abiurare, che deriva dal latino ab-jurare, "negare con giuramento", composto dalla particella ab, che ha il senso di "separazione, allontanamento" e da jurare, "giurare".



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Foto di Joshua Abner da Pexels


Prima di infliggerci questa punizione, all'inizio, quando i Divini si avvidero dell'amore proibito che legava me e il mio riflesso diverso, ci venne data una possibilità di redenzione. L'abiura del sentimento che provavamo così forte l'uno per l'altra, o la sopportazione di qualunque pena ci sarebbe stata inflitta.
Una scelta che non è mai stata una scelta, poiché tutti sanno che un Floràe non mente. Mai, nemmeno a sé stesso.
Non avremmo potuto soffocare il nostro amore, rinunciarvi, dimenticare. Non, almeno, con la sola forza della nostra volontà. Anche separati, avremmo comunque continuato a desiderarci l'un l'altro.
In ogni caso non ci avrebbero permesso di continuare a stare assieme, questo era fuori di dubbio. Ma non immaginavamo che i Divini avessero il potere di sradicare uno di noi dalla terra dov'era nato, dall'unico vero mondo, Mith, per gettarlo in uno dei tanti mondi che ne sono un riflesso distorto. Non immaginavamo che avessero il potere condannare all'oblio uno di noi, di fargli dimenticare tutto, il nostro amore, la mia esistenza, la sua natura di Floràe, persino il suo nome.
E così, quell'abiura che non siamo stati in grado di fare di nostra volontà, a Narcisa, il mio riflesso diverso, è stata imposta.

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