sabato 20 luglio 2024

Lalofobia

Lalofobia [la-lo-fo-bì-a] s.f. (pl. -bie) psicol. Timore morboso di parlare.

Etimologia: deriva dal greco, composto da lalein, "chiacchierare, parlare" e da phobos, "panico, paura".



Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero
Foto di Sasith Mawananehewa da Pexels


Il bambino non parlava. Non aveva mai parlato, da quando i suoi genitori erano morti e io e la Sentinella lo avevamo preso con noi.
Solo di notte udivo la sua voce quando gemeva e urlava nel sonno, preda di un incubo. Restavo sveglio a consolarlo quando piangeva, perché in fondo lo capivo: scoprire che i mostri erano reali spaventava me che ero un adulto, figuriamoci che effetto poteva fare alla sua età.
La Sentinella però non era altrettanto indulgente.
– Sono passati quasi due mesi, ormai. È ora che la smetta.
– Sii comprensiva, per favore – la pregai. – Crede di aver ucciso i suoi genitori con il suo potere, se gli è venuta la lalofobia è perché sta cercando a suo modo di non fare del male anche a noi...
– Non mi interessa la sua lalofobia! – sbottò la Sentinella. – Può anche fare il gioco del silenzio quanto vuole, per quanto mi riguarda. Ma non può tenerti sveglio. Tu devi dormire – Seduta alla penisola della mia cucina, la Sentinella prese a sbucciare una mela. – Non devo essere io a ricordarti che se non dormi, non sogni. E se non sogni...
– ...non ti posso avvertire su dove avverrà il prossimo attacco. Capito.
Pragmatica come sempre, la Sentinella. Sbadigliai, e poi udii i mormorii degli spiriti, che di solito formavano un ronzio indistinguibile alle mie orecchie, accordarsi nel ripetere all'unisono un'unica frase.
Il Suadente è qui, il Suadente è arrivato, il Suadente ha fame!
Mi girai e vidi il bambino entrare dalla porta, con il solito sguardo spento e le labbra cucite. Si strofinò gli occhi con una mano e mi fissò apatico.
– Per fortuna c'è qualcun altro in questa casa che si interessa davvero al suo benessere, oltre a me – bofonchiai rivolto alla Sentinella, poi scesi dallo sgabello e andai ad accoglierlo.
– Tutto bene, Ned?
Avevamo scoperto il suo nome dai documenti che avevamo trovato nella borsa di sua madre. Io gli avevo detto il mio, anche se ormai non mi aspettavo che lo usasse, ma la Sentinella ancora non si era sbottonata sul suo. Nemmeno con me.

Nessun commento:

Posta un commento