sabato 4 gennaio 2020

Mesmerizzare/Mesmerismo

Mesmerizzare [me-sme-riz-zà-re] v.tr. med. Curare mediante il mesmerismo.

Mesmerismo [me-sme-rì-smo] s.m. med. Dottrina e pratica terapeutica fondata sul potere curativo del magnetismo animale e minerale.


Etimologia: deriva dal nome del medico tedesco Franz Anton Mesmer (1734-1815), il quale suppose la presenza, nei minerali e negli esseri viventi, di un «magnetismo vitale» che riteneva potesse essere usato, da individui che ne fossero eccezionalmente dotati, a fini terapeutici; tale ipotesi costituì un tentativo di spiegazione del fenomeno dell’ipnosi.

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Photo by Matheus Bertelli from Pexels


Non potevo salvarlo. Nonostante le suppliche del vecchio, che me lo aveva affidato mormorando che il piccolo era tutto ciò che gli era rimasto, e nonostante il sacchetto tintinnante che aveva spinto tra le mie mani.
Anni prima avevo viaggiato in lungo e in largo per il paese con il mio mentore, colui che aveva convinto me e la povera gente che io fossi in grado di compiere miracoli, e in molti mi riconoscevano ancora da quei tempi come la curandera, la guaritrice della luce.
In realtà, io sapevo che la luce che sgorgava dalle mie mani quand'ero felice era soltanto questo: luce. Ma quando ero più giovane, e ingenua, lui aveva spiegato il mio dono con una nuova disciplina molto in voga in Europa: – Mesmerismo, mia cara. E tu sei un soggetto particolarmente dotato tra tutti coloro che ho rintracciato e patrocinato nel corso degli anni, una guaritrice in grado di rendere visibile l'invisibile, di manifestare sotto forma di luce il fluido magnetico che scorre da te verso gli infermi.
Solo in seguito avevo scoperto che lui diceva sempre quello che la gente voleva sentirsi dire. Alle persone religiose aveva rivelato come io fossi una santa, benedetta da Maria e da Gesù. A coloro che credevano nelle pratiche magiche parlava di scacciare il malocchio e l'ombra con la luce che avevo ricevuto in dono dal sole. E coloro che dubitavano di tutto, giacevano mesmerizzati dal magnetismo delle mie mani.
Io non credevo più in niente, nemmeno in quello. Ma lo sguardo febbrile di fede del vecchio mi metteva di fronte a una scelta. Non avrei accettato i suoi soldi, quello no: avevo smesso di essere la complice inconsapevole di un imbroglione. Ma non sapevo se fosse peggio rifiutarlo onestamente o dargli almeno un'ultima, sebbene falsa, speranza.

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