giovedì 23 gennaio 2020

Pagine proibite


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Li avevo trovati in fondo all'ultimo cassetto, nascosti in una scatola di cartone piena di un mucchio di altre cianfrusaglie. Fogli, almeno una dozzina di vecchie pagine a righe.
Trasalii quando li voltai.
Alla luce della candela i fogli erano antichi e ingialliti, ma l'inchiostro che tracciava linee tremanti di rabbia era nuovo. Quei segni erano qualcosa che non vedevo da molto, molto tempo, e interpretarli mi costò qualche sforzo. La scrittura era considerata un'arte obsoleta che non veniva più insegnata alle nuove generazioni, ma sia io che mio fratello eravamo nati prima del nuovo mondo. Tuttavia, ricordare la vita di prima fu come ricordare la vita di qualcun altro.
Era stata nostra madre a insegnarci a leggere e a scrivere, quando ancora splendeva la luce.
Il Buio aveva reso i messaggi vocali e le registrazioni audio la norma per le comunicazioni e per la trasmissione della conoscenza. Diceva che era per la nostra comodità, che erano molto più rapidi da produrre e che non affaticavano gli occhi, ma io sapevo che esisteva anche un altro motivo, uno che il Buio non menzionava mai. Il Buio aveva orecchie dappertutto, ma non aveva occhi; per questo ogni forma di comunicazione silenziosa era diventata illegale, che si trattasse di scrittura o del linguaggio dei segni. Quanto a coloro che non udivano e per cui quest'ultimo era stato necessario, quando gli veniva chiesto il Buio si limitava a rispondere che aveva eliminato il problema.
Le pagine proibite nel cassetto di mio fratello rappresentavano un altro problema, e non solo per la loro forma, ma anche per il loro contenuto. Se le avessero trovate gli agenti del Buio, gli esseri umani che agivano per suo conto, e se uno di loro fosse stato abbastanza vecchio da riuscire a leggerle, avrebbe scoperto vergata su carta ogni forma d'ingiuria nei confronti del Buio e del nuovo mondo che aveva creato, e nelle pagine seguenti una storia, una storia di fantasia che narrava di una terra in cui il Buio non era mai calato, in cui ancora regnava la luce e la libertà di registrare i propri pensieri nel silenzio dei fogli. A me, più che una speranza quella sembrava un'illusione.
Sollevai la prima pagina sopra la candela, decisa a bruciare le prove infamanti del pensiero ribelle di mio fratello, poiché non volevo perdere anche lui. Ma mi tremò la mano e la porta venne sfondata. Si spezzò con uno schianto e la stanza si affollò di urla e io non seppi mai se sarei stata capace di cancellare le sue ultime parole.

Nessun commento:

Posta un commento