sabato 15 febbraio 2020

Pangolino


Pangolino [pan-go-lì-no] s.m. Mammifero diffuso in Africa equatoriale e in Asia meridionale, con corpo allungato ricoperto di squame, coda lunghissima, bocca senza denti e lingua vischiosa con la quale cattura formiche e termiti.

Etimologia: il termine è la trascrizione dal malese pengguling che significa "cilindro", da gûling, "girare", per l'abitudine di questo animale di arrotolarsi come i ricci in caso di pericolo.


Immagine liberamente disponibile su Piqsels sotto licenza Creative Commons Zero.


Com'ero finito in una di quelle situazioni assurde che deploravo con tutto me stesso è presto detto: fu una delle brillanti idee di Alcyone.
– Trevis, guarda qui! – Alcyone indicò una pergamena affissa in piazza. – Il pittore di corte cerca belle fanciulle e animali esotici per fargli da soggetto in un ritratto. Il compenso è di 100 reali d'oro per la fanciulla e 100 per il proprietario dell'animale. Ma è perfetto, io posso essere sia una bella fanciulla che una bestia rara!
Scossi la testa al suo entusiasmo. – No, no, no. Categoricamente no, non ci proveremo di nuovo. È finita male quando ho tentato di proporti come cigno, è finita male quando ti sei trasformata in un Bue Longicorna, e io non ho intenzione di ritrovarmi a scappare per l'ennesima volta. Senza contare che, a meno che tu non sappia sdoppiarti, puoi essere solo una bella fanciulla o una bestia rara, non tutt'e due assieme.
Alcyone, che già stava annodando il nastrino rosso al polso, mi guardò con un luccichio negli occhi che non presagiva nulla di buono. – Sì, io sono una sola, ma noi siamo in due – affermò, poco prima di iniziare a cantilenare una formula magica. È così, senza chiedermi nemmeno che bestia volessi diventare o se ero d'accordo, che Alcyone mi trasformò in un pangolino.
Il pittore fu talmente entusiasta della nostra accoppiata da congedare subito la dama con l'ermellino per iniziare un altro ritratto.
Alcyone si sedette con me in grembo stretto tra le braccia, e io me ne stavo lì con un prurito sotto le squame che non riuscivo a grattare, la lingua appiccicosa che mi pendeva fuori dalla bocca e uno strano appetito alla vista di una fila di formiche sul pavimento.
Non volevo essere un pangolino. Volevo tornare me stesso. O almeno, questo è ciò che pensavo finché il pittore non ha avuto la malaugurata idea di sciogliere il nastrino al polso di Alcyone, e di colpo sono diventato un uomo seduto sulle ginocchia di una bella fanciulla.
Inutile dire che anche quella volta non siamo stati pagati.

Nessun commento:

Posta un commento