sabato 22 febbraio 2020

Sicumera


Sicumera [si-cu-mè-ra] s.f. Ostentata esibizione di sicurezza o di una presunta superiorità.

Etimologia: l'etimo è incerto, probabilmente dall'arabo shevket mekrun, "congiunto a magnificenza", ovvero "magnifico".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by Wesner Rodrigues from Pexels


Quella non era Vivienne. Non poteva esserlo. Era identica a lei, indistinguibile nell'aspetto; ma si muoveva e parlava con una tale sfrontatezza... con una sicumera che non era mai appartenuta alla timida, dolce bibliotecaria Vivienne. Tutto ciò che amavo di Vivienne non esisteva in lei.
Come aveva potuto ingannarmi, la prima volta che l'avevo incontrata, ancora non lo capivo.
– Si può sapere chi sei? – le chiesi, indietreggiando.
A differenza della prima volta, la donna aveva un pugnale.
– La questione non è chi sono io, mio bel ragazzone – mormorò la donna con voce suadente. – La questione è chi sei tu. Non ti rendi affatto conto del tuo potenziale, vero?
La donna rise, e quella era una risata maligna che di sicuro non era mai uscita dalle labbra di Vivienne. Se mai avessi avuto bisogno di una prova.
Un altro passo, e mi ritrovai con le spalle al muro. La donna sollevò il pugnale.
– Che vuoi fare, uccidermi? E che cosa hai fatto a Vivienne, dimmelo!
Non ero nella posizione di minacciare, o di ordinarle alcunché; ma speravo che la sua sicumera la inducesse nell'errore di fermarsi a parlare, dandomi il tempo di trovare un modo per uscire da quella situazione.
La donna ridacchiò di nuovo. – Mio caro, se ti uccidessi, tutto il potere che hai dentro passerebbe a qualcun altro, e io dovrei affannarmi a cercare la sua nuova custodia.
Come da manuale. In stile perfetto malvagio da romanzo, la donna gongolò nell'enunciare il suo piano: – No. Non ho aspettato secoli per perderlo di nuovo. Ora, se farai come ti dico, la tua cara bibliotecaria vivrà. Vorrei poter dire lo stesso di te, ma ehi, non ho idea di cosa ti accadrà quando lascerai libero il mostro.

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