sabato 1 luglio 2017

Princisbecco

Esistono parole che derivano dai nomi di persone che hanno scoperto o inventato qualcosa. Parole che poi hanno superato in fama il loro ideatore.
Conoscevo già questo termine, ma prima di oggi non sapevo nulla del signor Christopher Pinchbeck, orologiaio londinese del diciottesimo secolo.

Princisbecco [prin-ci-sbéc-co] s.m. (non com. pl. -chi) Lega di rame, zinco e stagno, di aspetto simile all'oro.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Un termine che indica un surrogato dell'oro, usato per imitazioni a basso costo così come per truffe da parte di gioiellieri disonesti? Era quasi obbligatorio che questo brano fosse tutto per lei (va bene, anche un po' per la sua "famiglia". Ma soprattutto per lei).


Il vecchio soppesa le monete sul palmo della mano. Lo fa ogni volta che io e il Furetto gli portiamo il bottino della giornata. Di solito arriccia le labbra, assesta una pacca sulle spalle al suo preferito e a me dice solo "ben fatto".
Non fa niente di tutto questo, stavolta.
Qualcosa non va.
Qualcosa non va proprio oggi che il Furetto gli ha detto che sono stata io a prendere le monete! Ero così contenta che glielo avesse detto, e invece avrei dovuto sapere che quello stupido di un Furetto aveva qualcosa in mente: si faceva bello col vecchio anche quando ero stata più brava di lui.
Lo guardo, lui e quel suo brutto sorriso sotto il naso storto. Afferro un sassolino da una crepa e glielo tiro. La pietruzza lo colpisce a una gamba e lui mi sorride ancora di più.
Quando fa così mi sale una voglia di saltargli addosso e morderlo e prenderlo a pugni...
Ma non posso adesso, perché il vecchio si avvicina e mi parla con quella voce, quella che mi fa paura. Quella dolce. Quella della sedia e degli spilli.
– Mia cara, carissima Vixen, mia astuta Volpe. Te lo ricordi quello che ti avevo detto sulle monete di princisbecco, vero?
Annuisco, accucciata sul selciato. Traccio con un dito i solchi tra le pietre. Sbircio in su. Il Corvaccio mi fissa.
– Che sembrano fatte di oro – sussurro.
Il vecchio stringe le monete nel palmo. – E...
– Che sono... più leggere?
Lo vedo alzare le mani e mi riparo la testa con le braccia, gridando mentre le monete mi colpiscono la schiena. Mi afferra per un braccio e mi solleva da terra, e io so che dimenarmi non serve a niente, perciò sto ferma, e quando lui tira indietro la mano e fa per darmi uno schiaffo, io inclino la testa e gli offro la guancia.
È una sfida.
Avanti, provaci. Colpisci.
Ormai lo conosco e so che non ci proverebbe mai a rovinare le nostre facce da angioletti di strada.
Il Corvaccio grugnisce, mi mette giù e ordina: – Raccogli quella robaccia di princisbecco. Non sei furba, Vixen, ma sei fortunata: forse possiamo farci qualcosa di buono da vendere.

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