lunedì 20 marzo 2017

Oceano Blu

(racconto ispirato dall'esercizio Una sola parola che ho usato per esplorare il passato di un personaggio)

Blu mare, blu cielo stellato al crepuscolo, blu inchiostro di biro, blu petalo d’iris, blu zaffiro scintillante. Blu. Oceano Blu. Il mio nome. Pelleblu mi chiamavano i bambini a scuola, Puffo, mostro, scherzo della natura, Arianna li inseguiva e li minacciava con gli insulti che aveva imparato dai ragazzi delle medie. Mi ha sempre difeso, mia sorella. E la mamma mi ha regalato una scatola di matite tutte azzurre e blu il primo anno che ho passato con loro, il mio compleanno in mancanza di altra data. “Per disegnare tutti quanti blu”, mi ha detto. Mi hanno preso quando nessun altro mi voleva per colpa dei miei colori, pelle blu carta da zucchero, occhi turchesi e capelli blu oltremare. Una tinta che non si lava via, non è uno scherzo crudele di un pittore in vena di stranezze, né si spiega pensando che io provenga da altri mondi lontani e diversi. Blu pianeta blu, è questa la mia terra, mamma mi ha portato a fare ogni possibile analisi da alcuni medici suoi amici fidati, con discrezione, sperando di aiutarmi a ritrovare la mia famiglia. Il risultato? Una famiglia adesso ce l’ho, e sono umana dentro e fuori, a parte il blu.

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