giovedì 1 marzo 2018

Ragnatele di parole

L'ho già scritto che adoro i dialoghi? No? Allora eccolo qua: adoro i dialoghi. Sono la parte che mi piace di più e che, mi hanno detto, mi riesce meglio. Bizzarro, dal momento che non sono una che parla molto. Forse perché così ho imparato ad ascoltare, a sentire il ritmo delle parole. Certo, anche aver fatto teatro per tutti gli anni delle scuole superiori probabilmente c'entra qualcosa. Ma questa è un'altra storia.

Potresti pensare che un dialogo fatto bene sia solo, o principalmente, una trasmissione di informazioni. Tra personaggi, e dai personaggi al lettore. Per come la vedo io, non è così.

Non si tratta solo di cosa viene detto, ma di come, e spesso anche di "a chi". Ogni personaggio si esprime in modo diverso, ha il suo ritmo, alcune parole ed espressioni che usa di frequente e altre che non si sognerebbe mai di pronunciare: se nel leggere ad alta voce le sue battute ti viene spontaneo usare una voce e un'intonazione diversa da quella con cui leggi le battute degli altri, complimenti hai centrato l'obiettivo. Inoltre, nello scegliere come e cosa dire, ogni personaggio dimostra quanta confidenza e che tipo di relazione ha con chi lo ascolta. Sembra complicato, vero? In effetti, un po' lo è, ma la fortuna è che non devi necessariamente riuscirci alla prima scrittura. La revisione e le varie fasi di riscrittura di un testo servono anche a questo. Quando conoscerai abbastanza bene le tue creature, saprai anche come parlano.

Dunque, in concreto, che cosa c'è dentro un dialogo? Voglio mostrarti alcuni esempi tratti dai brani che ho scritto per questo blog.

Informazioni... e sottintesi

Quello che salta maggiormente all'occhio è che un dialogo contiene informazioni. Informazioni che passano da un personaggio all'altro, e dalle pagine al lettore.
Handel imprecò. – Guardati attorno. Non verrà nessuno.
Cinde scrutò il cielo eburneo, poi la loro navetta color ruggine, che assieme alla divisa nera di Handel era l'unica macchia in quel candore. Quanto a lei, il bianco e l'argento le donavano di più. – Non possiamo andarcene. Quel carburante ci serve.
– Sì? Non quanto ci serve la vita. – Handel lottò per liberare il piede, poi indietreggiò. – È chiaro che qui non abita nessuno. Non c'è acqua, cibo, niente di valore. Perché darci appuntamento qui? Dammi retta, siamo in un dannato cimitero.
da Eburneo

Da questo frammento di dialogo si può comprendere il motivo che ha portato i due a essere dove sono e alcune caratteristiche di quel luogo. Informazioni che il lettore non poteva sapere prima di leggere le loro parole, ma che entrambi i personaggi già conoscevano. Solitamente sconsiglierei questo tipo di dialogo, e me ne terrei ben distante: non è naturale che due o più personaggi si dicano l'un l'altro ciò che già sanno, solo per informare anche chi legge. A meno che... a meno che non ci sia "un altro testo" sotto, o un motivo diverso per parlarne, che non sia il mero passaggio di informazioni. In questo caso, tolti tutti gli abbellimenti e le nozioni utili a chi legge per comprendere la situazione, il dialogo avrebbe potuto essere:

– Andiamo via.
– No. Restiamo.
– Andiamo via!

Così è chiaro che è in corso un litigio, o almeno, una discussione. Lo scopo dei due personaggi non è quello di comunicare il motivo della loro presenza lì o ciò che hanno intorno, quanto di usare quelle informazioni per persuadere l'altro ad accettare il corso d'azione scelto.

Umore e carattere

Un dialogo è utile per presentare un personaggio, rivelando sia il suo carattere (che difficilmente può cambiare nel corso della storia), che il suo umore in quel particolare momento (che può modificarsi a seconda delle circostanze, e quindi influenzare il modo di esprimersi).
– Ve l'ho detto un milione di volte! A che pro svegliarsi presto se tutto ciò che devo fare tutto il santo giorno non è altro che sentire quelli di fuori lamentarsi di noi. Isme! – Castai si sedette di peso sulla panca, e senza spendere un solo commento sulla novità della giornata, si spalmò una generosa porzione di miele su una fetta di pane. – Diglielo, no, diglielo com'è là fuori... manca solo che si radunino con le accette per buttarci giù la casa. 
da Frugale

Com'è Castai? Non sembra che dica "Non rompete, sono già irascibile, brontolone e pessimista di mio, e in più oggi mi sono svegliato male".

Ritmo e pause

Personaggi diversi possono essere più o meno loquaci, tendere a parlare a velocità diverse, e una pausa o un discorso lasciato all'improvviso in sospeso può avere un grande significato.
– Eccoci qui, siamo arrivati! Qui puoi dormire al sicuro, te l'ho promesso, no, che ti portavo al sicuro? – Will batté la mano sulla parete esterna della casupola. – Possiamo restare qui qualche giorno prima di ripartire verso nord, lo so che non sembra, e che a confronto della tua vecchia casa a Laeverth è molto molto poco, ma questo posto è bellissimo, lo giuro! Era  il capanno di caccia dello zio Alvàr, ci sono venuto spesso qui, con lui e con mio papà...
Will tacque, chinò il capo e poco dopo tirò su col naso. [...]
– Sacerdotessa! – mi chiamò Will da dentro la stamberga. Il cielo della sera si stava oscurando e presto i demoni sarebbero usciti dalle loro tane. Quel luogo non era sicuro, ma non avevamo di meglio.
– Vieni a vedere, presto! Ho trovato un arco: ora ti posso difendere, vedrai, non dovremo più scappare...
– Will. Una freccia comune non può scalfire quelle creature – gli ricordai.
da Stamberga

Come hai letto le battute di Will, e come l'unica della sacerdotessa? Chi parla in modo più rapido? Spero sia chiara, anche se non viene esplicitamente rivelata, la differenza d'età tra i due... E quando Will si interrompe, riesci a capire il perché, e quali pensieri gli passino per la testa?

Distanza o familiarità

In un dialogo dovrebbe essere chiaro se due personaggi si conoscono e che relazione c'è tra loro. In questo caso, ti propongo un confronto:
La regina mi fece segno d'alzarmi, nel proseguire celiando: – Alle Torri di Smeraldo non coltivate la terra, non allevate bestiame, non pescate e non commerciate. Da dove viene dunque il vostro sostentamento? Ho sentito dire che la ricchezza della vostra terra è costituita da stregoni, e che voi stesso lo siate.
– Maestà – replicai con un sorriso. – Se lo fossi, vi avrei recato in dono le stelle del cielo, e avrei messo la mia magia al vostro servizio. Ma tutto quello che posso portarvi sono gioielli, e uomini, e lame.
da Celiare
– Ti fa male?
– Solo nell'orgoglio. – Katrina serrò le palpebre e mugolò: – Odio perdere.
– Non ti posso lasciar sola un momento che vai a infilarti in una rissa? – scherzai, tirandole indietro i capelli. per guardare fin dove si estendeva il livido. [...]
Katrina allungò le mani, io le afferrai i polsi. – Adesso basta, questa storia finisce qui. Si va all'ospedale.
Se lei non voleva prendersi cura di sé, lo avrei fatto io.
– No! – protestò Katrina mentre la strattonavo per farla alzare. – Niente ospedali, niente medici, io sono una guerriera!
– Sarai anche una guerriera, ma sei una guerriera ferita. Perciò adesso o ce ne andiamo all'ospedale o ti decidi a dirmi chi è stato. 
da Languore

A parte l'ovvia differenza tra l'uso del voi e del tu, ce ne sono altre. Nel primo lo stile è più pomposo, il modo di parlare è meno diretto, e l'argomento meno personale. In un caso, si parla di qualcosa di esterno e concreto, ricchezze e doni; nell'altro, di dolore ed emozioni. Quando due persone si conoscono, inoltre, molto di quello che intendono dirsi può restare inespresso, sono più frequenti gli scherzi, inutili le spiegazioni e i preamboli. In un testo più lungo, inoltre, sarebbe possibile notare come varie conversazioni tra gli stessi personaggi che già si conoscono tendono a seguire uno schema già consolidato, mentre quelle tra due che all'inizio sono estranei si evolve con l'approfondimento della conoscenza reciproca, man mano che si creano un linguaggio e una serie di ricordi condivisi.



Mi fermo qui per ora, il resto lascio a te scoprirlo con la pratica, scrivendo. Spero intanto di averti dato qualche spunto di riflessione su cui cominciare a lavorare ai tuoi dialoghi, o attraverso il quale leggere tra le righe di un romanzo o un racconto. Ora tocca a te, che ne pensi? Che cosa non può mancare nei dialoghi tra i personaggi?
Lasciami la tua ricetta segreta nei commenti qui sotto.

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