lunedì 3 aprile 2017

Aneddoche - Da lontano, in silenzio

(racconto ispirato dall'esercizio Una sola parola... inventata, la parola che ho scelto è Anecdoche, o Aneddoche in italiano)

A volte mi pento di essere tornata. Di sera, soprattutto.
Quando il traffico della città riempie le ore del crepuscolo e dentro casa il cicaleccio della televisione cattura lo sguardo di quelli che qui vengono definiti adulti, rimpiango i tramonti in riva al mare e la placida risacca delle onde di cristallo di Elayeraaniél. Non mi mancavano affatto i programmi in cui tutti litigano, si insultano urlando e ripetono ossessivamente la stessa frase decine di volte. Non li ho mai sopportati e tuttora mi danno il voltastomaco, qualunque sia l'argomento. Pensano che quello sia comunicare quando invece è l'esatto opposto. In realtà non stanno facendo altro che cercare di imporre se stessi e le proprie idee, vincere una battaglia verbale, non condividere e spiegare il proprio pensiero.
Non gli interessa niente di chi li ascolta, solo di gridare più forte, o di essere gli ultimi rimasti a farlo.
Penso che sia uno degli spettacoli più patetici che l'umanità possa offrire all'universo, e pur essendo cresciuta qui non riesco a comprendere come vi possa affascinare tanto. Ogni sera, quando le urla nello schermo si fanno insopportabili, fingo di andare in camera mia. Invece scendo le scale del condominio, giù nel cortile interno. A quest'ora non c'è nessuno, e se qualcuno guardasse dalla finestra so fare in modo che non mi veda mentre salgo a bordo della mia Zaesheen e sfreccio verso gli strati più alti dell'atmosfera. Da quassù sono lontana abbastanza da avere una visione più ampia: il profilo della mia bella isola, l'azzurro che la circonda, le coste frastagliate del continente velate a tratti dalle nubi e l'orizzonte chiaro dell'aria, la curva della nostra piccola bolla di vita.
Quassù, lontana da ogni polemica sterile e insensata, nel silenzio rarefatto ritrovo il motivo che mi ha spinto a essere qui e non altrove, nell'altra mia casa. Per il Seleeriewn, il popolo da cui in origine provengo, io sono una Vyserin, che è quanto di più simile a un soldato loro possano avere. Ma loro non hanno bisogno di qualcuno che li protegga. La Terra ignara invece sì.
A volte sento la necessità di allontanarmi da ciò che amo per capire quanto in realtà io ne ho bisogno, anche con tutte le sue chiacchiere inutili. Allora so chi sono e so perché sono tornata a proteggere questo imperfetto gioiello.

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