lunedì 18 maggio 2020

Parenti al museo


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Foto di vjapratama da Pexels


Di ritorno dal lungo viaggio io e mia madre non mancavano mai di fare una visita ai parenti, che per l'occasione si riunivano tutti nella grande sala bianca, dove di spazio per noi ce n'era a sufficienza nonostante il viavai continuo della folla.
Anche adesso che sono rimasto solo non me la sento di rompere con la tradizione, così una tappa al museo assieme ai parenti la faccio ogni anno.
Ė un'occasione di festa, l'unica giornata in cui posso rivederli tutti.
C'è il prozio Meleagris, che come al solito dopo qualche gluglu di troppo si mette a fare il tacchino. Il più delle volte va diritto a importunare la mia cugina di secondo grado, Athene, una tale civetta... che ne è lusingata, ovvio, ma che si guarda bene dal degnare di un'occhiata sia il prozio che il suo parente più prossimo, suo fratello Tyto, brontolone come un barbagianni. Oh, ecco gli zii, lui Cinci lei Allegra, sempre in coppia. Non inseparabili quanto gli inseparabili coniugi Agapornis, ma ci vanno vicini.
Mia sorella Luscinia, ovviamente, non resiste dal mettersi a cantare per la famiglia. D'altra parte, con la sua voce da usignolo, non gliene si può fare una colpa. Più fastidioso è invece quel macao del cugino Ara, non fa che ripetere tutto ciò che dicono gli altri, bella forza che tra noi lo chiamiamo "Ararauna", e poi come si veste? Tutto sgargiante e colorato neanche fosse al circo.
A proposito di parenti imbarazzanti, ecco che arriva zia Pica, meglio nascondersi prima che mi noti e venga da me, che lei non vuole ammetterlo ma soffre un po' di cleptomania, lo sanno tutti che è una gazza ladra! Mi riparo sotto l'ala protettrice di nonno Buteo, che con zia Pica c'è pure quell'avvoltoio del cognato Gyps. Ma appena arrivato scopro di non essere l'unico ad aver avuto questa idea. Qui, al sicuro da nonno Poiana, ritrovo i miei parenti preferiti: la cugina Anas e mio fratello Hirundo, e assieme iniziamo a ciangottare animatamente di viaggi, rotte aeree e formazioni in stormi.

***

–  Mamma, mamma, c'è un uccellino vero là in mezzo! –  esclama un bambino di passaggio nell'ala di ornitologia del museo di storia naturale. Alza la voce, per farsi sentire tra le registrazioni di gorgheggi e cinguettii, quindi tira la manica della madre e indica il ramo su cui sono messi in posa diversi esemplari di volatili impagliati.
– Ma no, non è possibile Fabrizio, sono tutti finti gli uccellini qui – replica la madre, senza neanche rivolgere gli occhi al punto indicato dal bimbo, che insiste.
– Ti dico che c'è, mamma, guardalo, eccolo lì!
Al sentirlo la donna scuote la testa, sorride con condiscendenza e alla conoscente con cui stava chiacchierando mormora, a mo' di scusa: – I bambini, che fantasia!

Nessun commento:

Posta un commento