sabato 19 settembre 2020

Edulcorare

Edulcorare [e-dul-co-rà-re] v.tr. (edùlcoro ecc.) [sogg-v-arg] 1. Rendere dolce un alimento. 2. fig. Presentare qualcosa come meno grave o sgradevole di quanto sia effettivamente, mitigare.

Etimologia: dal francese édulcorer, attraverso il latino medievale edulcorare che deriva da dŭlcor, "dolcezza", e da dŭlcis, "dolce".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.
Photo by mali maeder from Pexels


– Ancora? – esclamò Sharona, scoprendomi prostrata sul divano al suo ritorno a casa. Annuii e basta, perché entrambe sapevamo a cosa si riferiva.
Un mese fa avrei dovuto nascondere i lividi, oppure mentirle. Fingere di essere caduta in bicicletta, di essermi messa tra un ragazzino e un gruppo di bulli, o di aver incrociato un mio ex che non apprezzava la mia nuova, non convenzionale relazione. Mi era successo davvero un paio di volte, anche se si erano limitati a insultarmi.
Da qualche settimana, però, i sotterfugi non erano più necessari. Sharona sapeva del gioco, ne faceva parte, e aveva sperimentato lei stessa le conseguenze di una sconfitta. Ne ero sollevata, perché ultimamente mi capitava di perdere fin troppo spesso.
Mi alzai a sedere sul divano, facendo spazio a Sharona che portava due tazze di tè e una borsa del ghiaccio. Lasciò le tazze sul tavolinetto davanti a noi e si sedette.
– È uno schifo di periodo, questo – brontolai, trasalendo quando lei mi posò il ghiaccio sulla spalla. – Sembra che tutti i giocatori stranieri di alto livello si siano radunati in città apposta per prendere di mira me.
– Sai, a volte preferirei che ti fossi scelta un hobby meno violento. Qualcosa come il cucito, o la pittura. – Sharona sogghignò mentre edulcorava il suo tè con una pastiglietta dolcificante. – Ma non saresti più tu. Allora, ti va di parlarne? – mormorò in tono suadente.
La sua domanda mi lasciò perplessa. Vero, non ero più costretta a mentire, ma la battaglia di oggi era stata pesante. Non avevo mai incontrato nessuno che sapesse combattere come quell'uomo. Pareva conoscere tutti i miei punti deboli, e non so come, ma aveva capito la maniera in cui avrei odiato perdere. Mi aveva reso inerme. Mi aveva costretto a supplicarlo, prima di concedermi la fine della sfida nel modo più doloroso.
Le raccontai una versione edulcorata della battaglia, perché anche se non dovevo più nasconderle la causa, Sharona continuava preoccuparsi per i miei lividi.

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