sabato 26 settembre 2020

Struggimento

Struggimento [strug-gi-mén-to] s.m. Sofferenza spirituale, acuta, ma anche dolce, che tormenta lentamente.

Etimologia: deriva dal verbo struggere, contratto da distruggere che ha la sua origine nel latino destruere, "ridurre a nulla, disfare", composto dal prefisso de privativo e da struere, "costruire, disporre".

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


La mattina del terzo giorno di vacanza aprivo gli occhi in preda al consueto struggimento, che era solo un anticipo di quello che avrei patito per tutto il resto dell'anno. Era il nostro ultimo giorno assieme per quell'estate, e come al solito, era arrivato fin troppo presto. Ma l'ultima cosa che volevo era perdere tempo a crogiolarmi in quella malinconia, perciò mi alzavo alla svelta, mi vestivo in fretta, e quasi non facevo colazione nella foga di uscire di casa per andare a incontrarlo. Salutavo i miei genitori ancora assonnati - d'altra parte, era vacanza anche per loro - e di buon mattino, come mai mi capitava in una qualunque altra giornata, mi precipitavo all'appuntamento nella nostra radura segreta.
Jake di solito era già lì, come se non avesse dormito, o come se avesse dormito nel cuore del bosco. In sua presenza cercavo di essere la consueta me stessa, pronta a seguirlo in qualunque avventura mi avrebbe proposto e a meravigliarmi delle sue trasformazioni, senza lasciar trapelare nulla del mio tormento, per non rovinare le poche ore che ci restavano. A volte, di tanto in tanto, riuscivo perfino a dimenticare che il nostro tempo era contato. Ma per quanto desiderassi poter dilatare i minuti e rendere quella giornata infinita, il tramonto del terzo giorno arrivava sempre.
Quando, alla sera di quel terzo giorno, lo vedevo sparire oltre il portale, mi sentivo come svuotata, e allora mi voltavo, raggiungevo a passi lenti il pontile sul lago, e lì mi accasciavo e piangevo tutta la mia disperazione.
L'indomani avrei proseguito la mia vita come se nulla fosse, cercando di ignorare lo struggimento che mi s'insinuava sottopelle come un parassita ogni volta che mi capitava di ripensare ai tre giorni assolutamente fantastici vissuti in compagnia del mio ragazzo dal futuro.

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