Etimologia: deriva dal latino callidus, "astuto", da callere, "fare il callo" e dunque figurativamente "essere pratico, saper fare bene una cosa".
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Foto di ERICK ALFREDO SASI da Pexels
La sua era una strategia affinata dall'esperienza. Avevo osservato il mostro sotto al Tabarro Nero raccogliere altri bambini cattivi nel corso degli anni, e scartare quelli che mettevano in discussione le sue decisioni, quelli che continuavano ad opporglisi anche dopo il più rude dei trattamenti e settimane di sete straziante. E quando scartava qualcuno, il mostro sotto al Tabarro Nero si assicurava di farlo sempre davanti a noi, affinché quella cernita tenesse in riga tutti gli altri.
Noi che restavamo eravamo le sue callide canaglie, pronte a obbedirgli e a intenerire col nostro pallore e i nostri faccini smunti uomini e donne altrimenti intoccabili, al sicuro nelle loro case, e a strappare un invito che sarebbe stato la loro condanna. Era solo così che potevamo placare la nostra sete, e la sua.
Il mostro sotto al Tabarro Nero aveva fatto i suoi conti, e capito quanto fosse più facile tenere sotto controllo dei bambini cattivi che il tempo non avrebbe mai trasformato in uomini e donne potenti e desiderosi di disfarsi di lui, di scartarlo come lui aveva fatto con i loro compagni, e inoltre quanto fossimo più utili al suo scopo noi che potevamo apparire innocui e innocenti, piuttosto che sconosciuti esangui e feroci, mostri come lui, a cui nessuno avrebbe mai aperto la porta nella notte.
Ma per quanto il tempo che aveva trascorso sulla terra senza invecchiare, senza morire, avesse reso callido il mostro sotto al Tabarro Nero, lui stesso alla fine fu ingannato dall'apparenza dei bambini cattivi che aveva radunato. Dai più vecchi e i più astuti tra noi, i suoi più leali servitori, i più spietati tra i bambini cattivi.
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