sabato 12 novembre 2016

Batrace

Ci sono parole che hanno dentro il suono di ciò che rappresentano. Si chiamano onomatopeiche, e personalmente le trovo affascinanti. Questa ad esempio par di sentirla gracidare.

Batrace [ba-trà-ce] s.m. Vertebrato anfibio. Rana, rospo.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Non è stato semplice scegliere a quale fra i personaggi di strega nei miei appunti affidare il ruolo per questo frammento di racconto. Era come se avessi già il copione, ma mi mancasse l'attore per interpretarlo. Alla fine ha vinto la parte la più recente, e la più inquietante.


– Ti senti meglio, adesso?
Afferrai il bordo del tavolo e mi alzai a sedere. Nella penombra le sue mani dalle dita sottili lavoravano alacremente, fra il tintinnio di anelli di metallo. La guaritrice in catene: non sapevo in che altro modo chiamarla. Ripulì gli aghi e le lame, gettò in un braciere gli stracci, raccolse la cenere dell'incenso i cui fumi aleggiavano ancora in quell'angusto spazio. L'odore non mi sembrava più tanto terribile. Sapeva di primavera, di aria aperta, di prati e di sole. Tutte cose che qui mancavano.
Accennai alla ciotola di terracotta. – Cos'è?
– Issopo. Valeriana. Erba di San Giovanni. E altro, che preferisci non sapere.
La sua voce era sempre un sussurro, quasi avesse timore di svegliare il silenzio dal suo sonno. Afferrai un barattolo dallo scaffale e lo scossi: nel liquido grigio turbinavano forme tonde e molli. – E questo?
Non ebbe bisogno di guardare per più di un istante per rispondere: – Occhi di batrace.
– Batrace?
– Sì. Rane. Rospi. Ogni strega che si rispetti deve avere almeno un barattolo di occhi di batrace nella sua dispensa. –  Annodò il laccio dell'astuccio in pelle in cui aveva riposto le lame e mi passò accanto, trascinando con fracasso le catene sul pavimento. Si fermò allo stipetto. – Mai usati per una pozione. Però in cucina sono deliziosi.
– Stai scherzando, vero?
Fissai i suoi occhi, chiari come il cristallo. I suoi occhi, che sembravano dire contemporaneamente "sì" e "no".

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