giovedì 3 novembre 2016

Motivazioni

Come si risponde alla domanda: perché scrivi (disegni/suoni/fai qualunque attività artistica o perché no, agonistica, ogni volta che ne hai il tempo)?
Oggi, come ieri, la mia risposta rimane la stessa. Questo è il racconto/esercizio che ho composto durante un laboratorio di scrittura creativa, e allo stesso tempo uno dei motivi dell'esistenza della Piuma Tramante.

Comunicare.

Sfuggenti motivazioni!


 
Non so perché sia così difficile per me. Forse perché la vita è troppo complessa per ridurla a un intreccio lineare. Non è che non abbia motivi per scrivere. Ne ho fin troppi.

Nelle ultime due settimane ho provato a comporre mentalmente il mio testo decine di volte, salvo poi appallottolare ogni falsa partenza e gettarla in un immaginario cestino. Oggi è martedì 7 febbraio, ed è il primo giorno in cui prendo davvero in mano carta e penna per scrivere queste benedette motivazioni invece di proseguire un racconto o correggere le pagine di un romanzo. Non mi resta che estrarre un elenco da tutte le mie infruttuose riflessioni.

Scrivo perché mi piace. Adoro tutto del processo creativo. Invento storie in continuazione, ma arrivano all'inchiostro solo in minima parte. Sono le migliori, le più coerenti, quelle che si sono affrancate dall'originaria fonte di ispirazione fino ad assumere vita propria.

Scrivo perché sono innamorata del mondo. Vedo la gloria di un tramonto in raggi d’oro tra le nubi, l’evanescenza di un arcobaleno, l’abile danza di un tatuaggio su una mano di cassiera. Mi pare terribile che simili dettagli passino inosservati. Io ne faccio tesoro. Prima o poi, ognuno troverà posto in un racconto.

Scrivo per rispondere a domande che non possono avere risposta in questa vita. Esistono altri mondi abitati nell’universo? Come sarà la terra tra cento o mille anni? E se le mitologie del passato in qualche altro luogo fossero reali? Oh, i “se”… non c’è nulla di più intrigante!

Ma amare e porsi domande non basta. Avrei potuto esprimermi in altri modi, tramite un fumetto, una canzone, un quadro. Scrivo perché mi piace questo mezzo espressivo, che così tanto spazio lascia all’immaginazione. È inoltre il più versatile. Non riuscirei a dipingere un odore, a trasporre in melodia un gusto. La scrittura si presta a rappresentare tutta la gamma dell’esperienza umana, dalla più concreta e sensoriale fino ai concetti più astratti.

Mi piace scrivere anche quando è difficile. La sfida è un'ulteriore motivazione. Qualcuno compone puzzle o risolve cruciverba. Io raffino testi. Rileggendo mi chiedo se la frase scorre, se sono riuscita a trasmettere le informazioni e le emozioni che avevo in mente. Quando scopro il sinonimo perfetto o la sintassi ideale provo la stessa soddisfazione, la sensazione di completezza e vittoria di chi posiziona la tessera mancante del mosaico o riempie l’ultima casella rimasta in bianco. E ricomincio con la frase successiva.

Ma ancora non basta. Se fosse sufficiente avrei pile di quaderni nascosti in un armadio. La mia sarebbe una segreta passione di cui nessuno saprebbe alcunché.

Non è così, perché scrivere è comunicare. È trasmettere il risultato del mio amore per le storie e la parola, tramandare le improbabili risposte inventate e i frammenti di realtà nascosti nei mondi nuovi che la fantasia mi ha permesso di esplorare. Quando una pagina che funziona per me ha lo stesso valore per qualcun altro, quando riesco a strappare un’esclamazione sorpresa a un’inaspettata svolta della trama, mi sento realizzata. Vanità, forse? Anche. A chi non piace essere apprezzato?

Alla resa dei conti, scrivere fa parte di me. È un tratto così importante della mia identità che se smettessi da un giorno all’altro di scrivere, probabilmente sarei una persona completamente diversa.



 
La settimana prossima ti racconterò la mia esperienza con un concorso che più che un concorso è stato una maratona... ma non perderti la sorpresa di sabato!

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