sabato 26 gennaio 2019

Manutengolo

Perché continuo a confonderla con intingolo? Sarà per la rima, ma non appena ho visto il vocabolo, e prima di leggere la definizione... ero convinta di dover scrivere una scena ambientata in una cucina! Alla fine, anche se non era ciò che pensavo, l'ho presa lo stesso perché al pari di mariuolo sembra quasi dare una connotazione ironica a un lestofante.

Manutengolo [ma-nu-tèn-go-lo] s.m. (f. -la) Chi protegge o aiuta qualcuno in azioni illecite, complice.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero


Quando si parla di affari loschi e di azioni illecite, ecco che mi torna in mente Tia. Per questa parola, ho provato a immaginare il seguito di Fidarsi di un bugiardo, scritto quasi esattamente un anno fa. Si vede che è destino... non è gennaio, se non rispunta fuori Tia!


Era solo un manutengolo. Un uomo qualunque, parte di un'organizzazione più grande.
Non avevo alcuna intenzione di diventare come lui
– Non se ne parla, io lavoro da solo.
Da quando mi ero liberata del Corvaccio, avevo scoperto quanto fosse bello andare dove mi pareva, fare quel che mi piaceva, non dover dividere l'oro con un peso morto solo perché aveva avuto una buona idea che era troppo vecchio per mettere in pratica.
Feci per girarmi, ma quello mi afferrò per un gomito.
– Aspetta. Non sai dove abbiamo intenzione di fare il colpo.
– Non mi interessa – bofonchiai e liberai il braccio con uno scrollone. – Anche se fosse nel palazzo dell'imperatore di Vattelapesca, non...
– Al Tempio dei Paladini di Andronicus.
Tacqui. Mi girai e lo fissai, tentando di non mostrargli una sola oncia del mio stupore. Ma il mio silenzio, da solo, era abbastanza eloquente da strappargli un sorriso.
Quello era l'unico luogo in cui non potevo andare. Innanzitutto perché ero una donna, e questo era un motivo sufficiente per farmi giustiziare, se mai mi avessero trovato là dentro. Ma anche se fossi riuscita a ingannare i paladini così come stavo ingannando il manutengolo, mi mancavano i requisiti per fingermi un aspirante cadetto. Non avevo una nobile famiglia, né prove di un pellegrinaggio, né referenze da parte di un Paladino o di un cavaliere di fama.
Avevo spesso provato a immaginare quali tesori custodisse il Tempio. L'idea di essere io quella che poteva rubarli era troppo allettante per lasciarla andare, per quanto pericolosa fosse.
– Come? – gli chiesi.
– Abbiamo tutto quello che ci serve. Falsari. Testimoni. Un paio di persone all'interno, tra i ranghi della servitù. Io sarò il tuo contatto all'inizio, mi do da fare in cucina e ho disegnato una mappa niente male dei posti dove mi permettono di andare. Conosco i turni delle guardie, e le loro abitudini. Ci serve solo un volto nuovo, qualcuno con un bel profilo e mani che non possono appartenere a un contadino. Qualcuno con il tuo talento.

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