sabato 23 febbraio 2019

Quodlibet

Se quella che ho scelto oggi sembra una parola latina... è perché lo è. O meglio, due parole, "quod libet", ovvero "ciò che piace". E spero davvero che ti piaccia scoprire il suo significato.

Quodlibet s.m. inv. 1. st. Nel Medioevo, disputa pubblica i cui argomenti di discussione potevano essere proposti anche dagli ascoltatori. 2. mus. Composizione musicale in cui si mescolano melodie contrastanti o che non hanno alcun legame tra di loro.

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Era da un po' di tempo che non scrivevo un brano su Aglaudi Mirewn e il suo "gemello" mutaforma Mavel. Ma questa strana coppia mi sembrava perfetta per la parola quodlibet, soprattutto pensando di costruire un brano che la contenesse in entrambi i sensi, quello musicale e quello no.


Il Festival della Dissonanza era un evento che richiamava curiosi da ogni angolo di Penterra. Durante i cinque giorni del festival, per le strade di Torris Znar giocolieri, mangiafuoco e danzatrici si esibivano nelle loro migliori interpretazioni di passi falsi e finta incompetenza. Nei palazzi dei nobili, le orchestre suonavano bizzarri quodlibet, accompagnando con arpeggi e stridore di violini i rinfreschi in cui si mescolavano sapori contrastanti per la gioia, o il disappunto, dei palati degli ospiti. Fette di dolci salati, calici di amari aspri e bocconi di carni zuccherine spandevano i loro aromi dalle finestre aperte fin sulla strada dove, assieme alle note, facevano da sottofondo a un quodlibet diverso. La folla era riunita in piazza, sotto al palco dove di solito venivano messi in mostra per le aste animali rari e schiavi mutaforma. Ma nessuno sferragliare di catene né schiocco di frusta si udiva quel giorno: durante il Festival della Dissonanza, simili compravendite erano proibite.
Invece di un banditore, due oratori si affrontavano sul palco. Tra le risate del pubblico, i due cercavano rispettivamente di provare che le mura di Torris Znar fossero state costruite per tenere il resto del mondo fuori, o che servissero a trattenere i suoi cittadini dentro.
Era il momento ideale per fare un giro in città, con le guardie che, per rispettare il tema del festival, abbassavano la guardia e si concedevano qualche bicchiere. Io e Mavel ci aggiravamo in cerca di qualcosa da fare. Fu proprio mentre scansavamo un gruppetto benvestito, che una donna vicino al palco urlò agli oratori di dirle chi tra la moglie del governatore e un mutaforma fosse il più stupido.
Gli oratori si lanciarono nella diatriba. Mavel si toccò la gola a denti stretti.
– So che ne avresti tante da dire, amico mio, se potessi; ma sta' calmo – gli sussurrai, conducendolo via dagli schiamazzi. La gente non lo sapeva, ma quelli come Mavel capivano tutto. Al contrario della moglie del governatore.

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