lunedì 20 gennaio 2020

I Testimoni del Polo Sud


Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Erano l'ultima cosa che mi aspettassi di trovare di fronte alla mia porta. Quando, la domenica mattina, sentii suonare il campanello, il pensiero corse subito ai Testimoni di Geova, a un venditore porta a porta, a una suocera terribilmente impicciona e mattiniera, al corriere che attendevo, e infine ai soliti ragazzini dei vicini in vena di scherzi, nel qual caso aprendo la porta non avrei trovato nessuno, data la loro tecnica ben collaudata di "suona e scappa".
E infatti, scorgendo dallo spioncino il pianerottolo vuoto, immaginai fossero stati questi ultimi i colpevoli dello scampanellio; ma, proprio mentre stavo guardando, il trillo del campanello si ripeté.
Mi decisi ad aprire, pensando a un qualche guasto. E fu allora che mi trovai a fissare, sul tappetino d'ingresso, un paio di giovani pinguini, del tipo abbastanza grande da non esser più da nido, ma con ancora addosso un piumaggio grigio, soffice e vaporoso. Uno dei due teneva sotto l'ala un bastone telescopico da selfie incrostato d'alghe, strumento con cui doveva aver suonato il campanello, dato che i pinguini notoriamente non sono granché avvezzi a sollevarsi in volo e il mio campanello era all'altezza di almeno altri due pinguini sopra la sua testa.
L'altro invece mi tendeva con insistenza un depliant. Lo afferrai dopo un po' d'esitazione, dovuta al normale sconcerto che avrebbero avuto tutti di fronte a quella scena inverosimile. Sul frontespizio c'era scritto, in grandi caratteri "LA FINE È VICINA!", seguito dalle seguenti frasi, più in basso: "Lo scioglimento dei ghiacci è imminente. Fai la tua parte oggi, non aspettare. Aiuta anche tu un pinguino che ha perso la sua casa." Nel mezzo, c'era l'immagine di un iceberg che andava in frantumi, circondato da tre o quattro pinguini che annaspavano tra i flutti, gli occhietti chiusi e il becco aperto in cerca d'aria, come se non sapessero affatto nuotare. La foto era chiaramente un collage fatto al computer, e neanche tanto bene, poiché era facile notare che il pinguino era sempre lo stesso, nella stessa posa, replicato più volte, e che l'iceberg sembrava semplicemente appoggiato sul mare invece di esservi immerso.
Ci mancavano solo i Testimoni del Polo Sud.
Scrutai con diffidenza il pinguino che mi aveva porto l'opuscolo. Tendeva ancora quell'ala, ma in modo diverso, come se si aspettasse qualcosa. Mi grattai la testa e cercai all'interno del suo depliant una risposta che non c'era. Che cosa avrei mai potuto dare a due pinguini che suonavano alla mia porta di domenica mattina... un cubetto di ghiaccio?

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